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Fu torturata per 7 ore davanti ai figli. Ora è obbligata dalla legge a scrivere al suo aguzzino

Una storia surreale che arriva dalla Gran Bretagna: la donna dovrà scrivere almeno 3 lettere all’anno all’uomo che le ha quasi tagliato la gola davanti ai loro due gemelli.
A cura di Redazione
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Era l’agosto del 2012 quando Natalie fu torturata per sette ore e quasi uccisa da quello che allora era il suo compagno. L’uomo la aggredì nella casa in cui vivevano e la colpì ripetutamente al viso, procurandole ematomi e cicatrici; da ultimo, le incise la gola con un coltello: il tutto mentre i loro due figli, che allora avevano solo 2 anni, dormivano a pochissima distanza. La notizia suscitò enorme scalpore, anche perché la donna decise di pubblicare le foto del suo volto pieno di cicatrici e con un profondo taglio alla gola. Per l’aggressione Jason, un ex militare, è stato condannato a nove anni di carcere, che sta scontando in una prigione nei pressi di Worcester.

Ora però è la stessa Natalie a denunciare una situazione che ha del paradossale. Per effetto delle decisioni della magistratura, la donna è infatti tenuta a scrivere al suo ex compagno “almeno” una lettera ogni tre mesi, con “aggiornamenti” sullo stato di salute e sulle condizioni di vita dei loro due figli (che adesso hanno 5 anni). Se Natalie si rifiutasse di farlo, potrebbe essere incriminata e sottoposta ad un procedimento penale.

La donna ha spiegato al Sunday People: “Il fatto è che le vittime siamo noi, non lui. Ho avuto davvero paura di morire ed i miei bambini sono terrorizzati al pensiero che quello sia davvero il loro padre. Perché ora non mi viene data la possibilità di guardare avanti e provare a superare il trauma? Dove sono i nostri diritti e cosa succederà quando lui uscirà dal carcere?”

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