Fare il saluto nazista in Svizzera non è un crimine
Fare il saluto nazista non è un crimine, e dunque non è punibile, se il gesto è utilizzato come semplice “dichiarazione personale”, o meglio per esprimere le proprie convinzioni. Lo diventa se l’autore intende promuovere a terzi l’ideologia del Terzo Reich. Lo ha deciso il Tribunale federale di Losanna che ha annullato la condanna in primo grado inflitta ad un uomo accusato di discriminazione razziale perché, nel corso di una manifestazione politica dell’agosto 2010, aveva fatto un giuramento urlando “Heil Hitler!”, accompagnandolo dal saluto nazista. Ma i giudici hanno annullato il provvedimento: il gesto di tenere il braccio destro teso in aria, pronunciando la frase con cui i nazisti salutavano il Führer, non sarebbe di per sé un resto, a patto che l’atto non si accompagni ad atteggiamenti che possano in qualche modo essere considerati apologia del nazionalsocialismo.
In altre parole, per il tribunale svizzero ciò che conta è non tentare di condizionare altre persone né fare propaganda del Nazismo. Motivando la sua decisione, il Tribunale federale ha ricordato come in un rapporto del 30 giungo 2010 sul divieto di esibire in pubblico simboli razzisti il Consiglio federale si sia espresso allo stesso modo. E cioè, è vietata l’esposizione pubblica e la diffusione delle suddette immagini che ricordano uno dei periodi storici più drammatici della storia dell’umanità , ma solo nei casi in cui essi sono utilizzati per promuovere ideologie razziste. Il saluto nazista costituisce un reato in Germania, Austria e nella Repubblica Ceca, così come in Italia dove il saluto romano è vietato per legge.