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Era stata accusata di utilizzare resti umani come giocattoli sessuali, assolta

La polizia nel 2012 aveva trovato decine di scheletri e ossa nell’appartamento di una donna svedese di 40 anni. La donna è finita anche in prigione durante il processo e ora ha ottenuto un risarcimento di circa 7000 euro.
A cura di S. P.
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Una donna svedese di 40 anni era stata accusata di necrofilia dopo che la polizia aveva trovato nella sua casa di Gothenburg decine di resti umani. La donna, identificata solo con il nome di Helena, era stata riconosciuta colpevole nel 2012 per aver violato “la pace dei morti”, ma come riporta il britannico Daily Mail adesso è stata assolta da tutte le accuse. Durante il processo Helena ha trascorso 86 giorni e per quella ingiusta detenzione ora la donna ha ottenuto un risarcimento di circa 7000 euro. In realtà Helena – che ha sostenuto che questa storia le ha rovinato la vita – aveva chiesto danni per 15 milioni di corone svedesi. “Ora so quello che vale una vita umana in Svezia”, avrebbe detto la donna ai media locali.

La vicenda giudiziaria della 40enne svedese era iniziata nel settembre del 2012 quando la polizia, chiamata nel suo appartamento, aveva fatto una macabra scoperta. In quella casa vi erano decine di ossa e teschi umani. La polizia trovò anche delle macabre fotografie della donna con i resti umani nella casa. Inizialmente Helena era stata accusata di utilizzare le ossa come giocattoli sessuali, ma l’accusa di necrofilia dopo un po’ è stata abbandonata. Da parte sua la donna si è sempre difesa dicendo di aver comprato gli scheletri online esclusivamente per interesse storico e non per fare giochi sessuali.

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