Dopo 11 anni torna a casa Jean Béliveau, l’Ulisse di Montréal (VIDEO)
Undici anni in giro per il mondo a piedi, la storia di Jean Béliveau
La crisi di mezza età a volte fa fare follie, lo sa bene Jean Béliveau che dopo aver lasciato il lavoro è partito per un giro del mondo a piedi
Fino a una decina di anni fa nell'immaginario collettivo degli abitanti del Québec, l'unico Jean Béliveau degno di nota era il celebre giocatore di hockey noto per aver vinto insieme ai Canadiens de Montréal dieci Stanley Cup ed essersi meritato l'onore di vedersi offerto il titolo di Governatore Generale del Canada.
Ora, però, alla memoria di Le Gros Bill dovrà affiancarsi anche quella di un suo omonimo sicuramente meno celebre a livello di imprese sportive ma che nel suo piccolo è riuscito in qualcosa di cui si parlerà ancora molto negli anni a venire e non solo nel suo nativo Québec.
Il Jean Béliveau che tanto ha fatto parlare di sè in questi giorni, infatti, ha compiuto un'impresa che ha dell'incredibile: negli ultimi undici anni ha percorso a piedi oltre 75 mila kilometri, attraversato ben sei continenti e consumato 54 paia di scarpe per portare a termine il suo giro del mondo a piedi, giro del mondo conclusosi nella mattinata di domenica a Montréal in compagnia di parenti e amici che lo attendevano con gioia.
Nel 2000, a causa degli effetti di quella che lo stesso Jean Béliveau descrive come una crisi di mezza età, l'allora quarantacinquenne originario del Québec decise di chiudere la propria attività e di iniziare quello che sarebbe poi diventato il viaggio di una vita. Per undici anni questo moderno Ulisse ha camminato per le vie del mondo, nonostante il suo viaggio fosse iniziato alla Forrest Gump con una sorta di vera e propria maratona, portando il proprio messaggio di pace. La scarpinata mondiale di Jean, infatti, aveva come obiettivo quello di sensibilizzare il mondo sul problema della violenza nei confronti dei più piccoli, un problema di cui l'intrepido camminatore continuerà a preoccuparsi nei prossimi anni.
Jean ha, infatti, dichiarato di avere intenzione di dedicare la sua nuova vita post-impresa al raccogliere fondi da destinare a quanti si battono per la pace per i bambini e per aiutare le vittime di abusi infantili, il tutto tramite la pubblicazione di libri dedicati al racconto della sua impresa e conferenze varie per suscitare l'interesse dell'opinione pubblica su questo problema.