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Donna incinta picchiata e costretta a prostituirsi ad Ibiza: arrestata gang criminale

La giovane veniva sfruttata e sottoposta ad abusi di ogni tipo, insieme ad altre ragazze: in un’occasione ha raccontato di essere stata costretta a restare in ginocchio per 6 ore consecutive, senza cibo, né acqua. La polizia ha arrestato una gang di rumeni e sequestrato 700mila euro, frutto dell’attività illegale.
A cura di B. C.
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Una donna incinta costretta a prostituirsi è stata salvata dalla banda di criminali che l’aveva reclutata ad Ibiza. Lei e decine di altre donne, la maggior parte delle quali erano minorenni, era stata costretta a lavorare come prostituta sulla nota isola delle vacanze spagnola. Secondo quanto scrive il Mirror, le giovani sarebbero state reclutate da una gang di rumeni, dopo che gli uomini avevano convinto le ragazze ad unirsi a loro per una “nuova vita sull'isola”. Tuttavia, una volta ad Ibiza, lontano da amici e parenti, sono state picchiate e costrette a vendere il loro corpo.

Sembra che la ragazza incinta fosse stata appena pestata dai suoi aguzzini, quando la polizia ha fatto irruzione nel locale dove era tenuta reclusa. La giovane è stata rinvenuta – ferita, tremante e spaventata – sul pavimento. Ha spiegato che gli uomini della band l’avevano costretta a stare in ginocchio per sei ore, senza cibo né acqua. Altre donne hanno rivelato di essere state trattate allo stesso modo, tanto che alcune avrebbero alcune tentato di suicidio durante il periodo di reclusione forzata. Alcune sarebbero state costretta ad abortire nel corso del tempo, dopo essere rimaste incinte per i rapporti sessuali a pagamento a cui erano obbligate. Molte di loro avrebbero fotografato coi propri telefoni cellulari gli abusi subiti.

Il blitz è stato possibile dopo che una delle vittime è riuscita ad entrare in possesso di un numero di una linea telefonica di polizia di nuova costituzione proprio con l’obiettivo di segnalare violenze di questo tipo, e si è tradotta in una indagine che ha portato all'arresto della gang rumena. La polizia è ora sulle tracce delle donne della band: mogli e fidanzate che deteneva il denaro guadagnato dallo sfruttamento delle prostitute: si parla di una cifra intorno a € 700.000.

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