Detenuto evade dal carcere: “Non riuscivo a stare lontano da mia moglie”

E’ evaso dal carcere dove era rinchiuso con un unico obiettivo: riabbracciare la moglie. Almeno è questa la giustificazione che un detenuto del penitenziario di Barcaglione, ad Ancona, ha dato ai secondini quando si è costituito dopo una latitanza di circa una settimana. La storia è riportata dal Corriere Adriatico. L'evaso – un 42enne originario di Napoli – stava usufruendo di una borsa lavoro a termine presso un'impresa di smaltimento di rifiuti di San Biagio. Avrebbe dovuto rientrare nella casa circondariale presso l'istituto di pena a bassa sorveglianza entro due ore dalla fine del turno. Un periodo di tempo nel quale ha probabilmente avuto la possibilità di spostarsi coi mezzi pubblici da Osimo in Ancona. Non vedendolo arrivare, allo scoccare delle 16 la direzione carceraria ha lanciato l'allarme. Sono state subito avviate le ricerche su tutto il territorio nazionale e nei paesi dell'area Schengen. Fino a quando, pochi giorni fa, l’uomo si è costituito in un carcere dell'Abruzzo. Come era inevitabile, gli è stata revocata la borsa lavoro, quasi 500 euro per tre mesi prorogabili a sei. Ma la notizia ha ugualmente suscitato un certo malumore. Non solo in città. "E' un fatto sconcertante che deve far riflettere sui metodi di selezione e controllo applicati – interviene il vice presidente del consiglio regionale Giacomo Bugaro (Fi) che annuncia una interrogazione su quanto accaduto -. Il carcere è un luogo di rieducazione e da cattolico ritengo giusto che chi sbaglia abbia diritto a una seconda possibilità. Alla luce dei fatti non si può, però, non pensare alle tante persone per bene che soffrono la mancanza di un lavoro e hanno partecipato al concorso in Astea".