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Pugno alle spalle a Capodanno uccide 18enne

Undici giorni di agonia prima della dolorosa decisione dei genitori: staccare il respiratore che teneva in vita il giovane Daniel Christie.
A cura di Redazione
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Daniel Christie
Daniel Christie

Daniel Christie stava festeggiando il Capodanno nei pressi di Sidney, quando la festa si è tramutata in lutto. Il giovane diciottenne ha incontrato sulla propria strada Shawn McNeil, lavoratore venticinquenne che, con un pugno alle spalle, ha steso Christie. Da allora il ragazzo australiano era entrato in coma, riportando danni al cervello che, secondo i medici, nella migliore delle ipotesi, avrebbe comunque lasciato a Christie danni permanenti. Oggi i genitori del ragazzo hanno deciso di staccare la spina che teneva in vita il ragazzo: "questo è l'annuncio più triste che potremmo fare – dicono i genitori – Daniel non è più con noi. In suo onore abbiamo deciso di donare gli organi. Era un ragazzo eccezionale con un cuore grande e siamo orgogliosi di averlo avuto con noi".

L'aggressore Shawn McNeil è ora accusato di omicidio. Le dinamiche della rissa sono ancora tutte da chiarire, ma sembra che entrambi conoscessero le arti marziali e che – considerata la natura della ferita riportata da Daniel – McNeil lo abbia colpito alle spalle. Il venticinquenne avevo aggredito altri tre ragazzi prima di Christie, fino a quando i giovani della comitiva si sono coperti dietro le spalle sue e del fratello. Attraverso il suo avvocato McNeil ha reso nota la sua versione dei fatti, affermando che i ragazzi si erano avvicinati perché gli volevano vendere della droga e lui avrebbe reagito violentemente per difendere la ragazza che era con lui. Il processo contro McNeil inizierà a marzo.

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