Credono che la figlia adottiva abbia 6 anni: ne ha 22, ma è malata di nanismo e vuole ucciderli
Una storia incredibile arriva dagli Stati Uniti, dove una donna è stata accusata di aver abbandonato sua figlia e si è difesa spiegando ai magistrati prima – e ai giornalisti poi – che quella non era una bambina bensì "un’adulta sociopatica affetta da nanismo", per di più con mire omicide nei confronti della sua famiglia.
Protagonista della storia – degna di un film dell'orrore – è Kristine Barnett, 45 anni. La donna è stata accusata di abbandono di minore e trascinata in Tribunale insieme a suo marito Michael Barnett. I due avevano adottato la figlia nel 2010, quando era solo una bambina, scoprendo che era affetta da una rara forma di nanismo e che aveva problemi a camminare. Alcuni anni fa Natalia – questo il nome della piccola, nel frattempo diventata 22enne nonostante dimostrasse l'età di una bambina – è stata cacciata di casa dai genitori. Intervistata, la mamma ha descritto la ragazza come una vera e propria pazza che ha minacciato di accoltellare lei e il marito nel sonno, ha spinto la madre contro un recinto elettrico e versato candeggina nel suo caffè. “Faceva disegni di come voleva ucciderci, arrotolarci in una coperta e lasciarci nel cortile”. E ancora: “Capitava che la trovassimo in piedi sopra di noi mentre dormivano nel mezzo della notte. Dovevamo nascondere tutti gli oggetti appuntiti”. Poi, come se non bastasse: "L’ho vista versare prodotti chimici, candeggina, o Windex nel mio caffè e le ho chiesto, cosa stai facendo? Al che mi ha risposto, ‘Cerco di avvelenarti'”.
Insomma, quella che sembrava una bambina innocua sarebbe stata in realtà una ragazza con seri problemi mentali, e per di più maggiorenne. Una storia degna di un film dell'orrore che fortunatamente per la famiglia si è conclusa nel migliore dei modi; Natalie sarebbe in cura presso una comunità.