Come e dove agire per non diventare invisibile al bancone del bar
L'obiettivo è quello di creare James, un robot barista che sia in grado di interpretare il linguaggio della clientela. Non si tratta semplicemente della decodifica del messaggio verbale in linguaggio binario, ma di una complessa capacità di interpretazione che renda possibile al robot riconoscere i segnali lanciati col corpo. La ricerca condotta dalla Bielefeld University in Germania ha prodotto una interessante statistica rispetto al comportamento dei clienti e alla loro capacità di attrarre l'attenzione del barista. Si pensi ad un locale affollato, magari ad una discoteca nella quale il messaggio orale è pressoché impossibile. Ebbene, è soprattutto in questo caso che il barista valuterà le priorità del suo pubblico attraverso i messaggi del corpo.
Analizzando alcuni locali notturni in Germania e ad Edimburgo è emerso che nove clienti su dieci adotta la tecnica dell'avvicinamento al bancone per avere un contatto visivo con il barista, 1 su 15 mette in mostra il portafogli per palesare attenzione e assicurare velocità e cooperazione, mentre solo 1 su 25 gestualizza in direzione del barman. C'è anche chi – osservano i ricercatori – si approssima al bancone senza alcuna convinzione, lasciandosi espungere fuori dalla calca perché distratto da una chiacchierata con l'amico. Sulla base dei dati raccolti verrà calibrata la "sensibilità" del robot, che al momento si presenta con una graziosa faccia-schermo su cui appaiono due occhi per chi voglia stabilire un contatto visivo con lui. Il "cyborg" avrà l'arduo compito di stabilire ordine di arrivo, messaggi verbali, visivi e gesti. L'Unione Europea, che sul progetto si è impegnato anche economicamente, crede nel barista James.