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Combatte la sua malattia correndo: la storia del maratoneta E.J Scott

Il ragazzo ha partecipato alla maratona di Austin e la prossima tappa che dovrà affrontare sarà Los Angeles: il corridore ha come obiettivo raccogliere 12 mila euro da destinare in beneficenza alla ricerca sulla coroideremia, malattia di cui è affetto e che gli toglierà per sempre la vista.
A cura di Daniela Caruso
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E.J Scott, affetto da coroideremia, corre alla maratona di Austin

Spesso non apprezziamo ciò che la vita ci offre. Sorvoliamo i particolari e non focalizziamo il nostro sguardo sulle cose che sono davvero importanti. Non si tratta di retorica a buon prezzo: soprattutto per chi come E.J Scott lotta per non essere sopraffatto dalla sua malattia. L’uomo fa parte del gruppo composto da quindici mila partecipanti che hanno gareggiato alla maratona di Austin: E.J è un corridore particolare: a breve diventerà cieco, affetto purtroppo da coroideremia, una malattia genetica che, col tempo, rende cieco il soggetto che ne è affetto, eliminando prima la visione periferica e, infine, quella centrale. L’evolversi della patologia conduce alla cecità. Scott è un futuro non vedente che non intende darla vinta alla sua malattia: per questo, si è detto intenzionato a partecipare a ben dodici gare in un solo anno. I fondi che riuscirà a raccogliere saranno devoluti in beneficienza alla ricerca per questo male incurabile che ha colpito, e colpisce tuttora, altri suoi parenti: l’obiettivo è quello di totalizzare 12 mila euro.

Il maratoneta non è ancora totalmente non vedente, ma corre bendato e accompagnato da una guida, poiché la luce solare potrebbe peggiorare ulteriormente il decorso della malattia. Un gesto profondo, umano e solidale che ci fa capire quanto sia importante non lasciarsi andare alle disgrazie che possono capitarci nel corso dell’esistenza, ma anche il ruolo fondamentale che ha il settore della ricerca nello studio di metodi validi mediante i quali debellare queste rare e fatali patologie. Austin è stata la seconda tappa per E.J, terminata in sei ore circa. Il ragazzo ha abbracciato i suoi genitori dopo aver tanto corso, dicendosi soddisfatto per la gara finita. Il 18 marzo EJ affronterà un'altra tappa a Los Angeles, equipaggiato dal suo smisurato entusiasmo e dalla sua immensa voglia di vivere e vincere.

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