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Cameriere e bariste servono i clienti in bikini. È polemica: “Sfruttamento del corpo femminile”

La catena di caffetterie, ideata dall’imprenditore Carlie Jo, ha molto successo negli Stati Uniti. Servendosi però di bariste e cameriere in bikini, il titolare ha attirato numerose critiche portando il consigliere di Washington Fagan a richiedere delle limitazioni all’attività.
A cura di C. M.
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bikini beans espresso

Ragazze bellissime e rigorosamente in bikini servono i clienti del Bikini Beans Espresso, un locale che ha diverse filiali in giro per gli Stati Uniti e che sta riscuotendo enorme successo sul territorio. Il bikini per le cameriere e le bariste è diventato una sorta di divisa da lavoro e l'idea imprenditoriale di Carlie Jo sostanzialmente punta ad attirare nuova clientela grazie l'abbigliamento così particolare sfoggiato da ragazze che nulla hanno da invidiare alle modelle delle riviste patinate. La catena di bar, però, ha attirato non solo molta clientela, riscuotendo ampio successo sui social media, ma anche numerose critiche, in particolare quella di un consigliere di Washington, Mike Fagan, che ha accusato il titolare dell'attività di sfruttamento del corpo femminile e cercato di imporre delle limitazioni per legge. La critica di Fagan è però stata immediatamente rispedita al mittente dall'imprenditore e ideatore del Bikini Beans Espresso, Carlie Jo, il quale ha replicato sostenendo che in realtà le ragazze non vengono affatto sfruttate, ma anzi ribadiscono attraverso il lavoro il potere femminile. "Nel primo bikini bar in Arizona noi vogliamo consentire alle donne di essere e sentirsi se stesse" è lo slogan che campeggia sul sito web della catena di caffetterie.

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