Cambia l’immagine del tuo profilo Facebook con una dei cartoni animati
Il legame con l'infanzia non si spezza mai, neppure quando si diventa adulti e troppo distratti per lasciarsi ancora coinvolgere da quei motivetti che hanno segnato i nostri giorni di bambini. Eppure restano lì, nella nostra memoria, e ogni tanto ci ritornano alla mente come se il tempo non fosse mai passato…
Stiamo parlando dei mitici cartoni animati, quelli che ci hanno accompagnato nella crescita e insegnato valori immortali, quelli che ci rendevano così entusiasti e felici al solo inizio della sigla, quelli che mai abbiamo dimenticato. E così, il minimo che si possa fare, per rendere loro l'onore dovuto, è ricordarli anche attraverso curiose iniziative, che ovviamente non potevano non partire dal più famoso social network.
Su Facebook, nelle ultime ore, stanno gradualmente scomparendo, sul profilo degli utenti, le foto personali per essere sostituite da immagini che ritraggono i cartoni animati più famosi. Lady Oscar, Holly e Benji, i Puffi, Lupin e tanti, tanti altri. Il tentativo è quello di far sparire le facce umane da Facebook e sostituirle con quelle del cartone animato preferito. Ovviamente l'effetto è virale, per cui bisogna invitare tutti a fare lo stesso. Si tratta di un gioco molto divertente, che è esploso soltanto da poche ore ma che sta già coinvolgendo un numero impressionante di utenti. Partecipare è molto semplice: bisogna soltanto scegliere il nostro cartone animato preferito, quello di cui non abbiamo mai perso una puntata; sostituire, poi, l'immagine personale del nostro profilo Facebook con una che ritrae il cartone scelto e…il gioco è fatto!
E' un modo per tornare un po' bambini, lasciarsi investire dai ricordi dell'infanzia e, soprattutto, condividerli con tutti coloro che hanno preso parte all'iniziativa. La forza di un Social Network è anche questa e il coinvolgimento e la partecipazione sono soltanto alcuni dei suoi segreti. Prestare i nostri ricordi di bambini alla condivisione, rende Facebook ancora più speciale.
