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Cacciata da scuola perché perde la pelle come un serpente: “Vi prego, aiutatemi”

Shalini Yadav è una ragazzina indiana che soffre di una rarissima patologia: ogni due mesi cambia la pelle proprio come un serpente ed è costretta a mettersi in acqua ogni tre ore per evitare che si secchi. Non può andare più a scuola perché “i compagni hanno paura di lei”. Ed ora chiede aiuto.
A cura di B. C.
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Shalini Yadav ha 16 anni e vive una condizione ultra-rara: muta la sua pelle ogni due mese e per questo è stata crudelmente paragonata ad un “serpente umano”. Più specificamente, i medici  le hanno diagnosticato l’eritrodermia, una malattia infiammatoria della pelle conosciuta anche come ‘sindrome dell'uomo rosso': tutta le pelle del corpo diventa squamosa e tende a sfaldarsi. La teenager indiana è costretta a mettere in ammollo il suo corpo in acqua diverse volte al giorno- giorno e notte – e a spalmarsi una lozione ogni tre ore per evitare che la pelle si secchi. La giovane dovrebbe sottoporsi a un costoso trattamento a base di creme idratanti capaci di fermare il processo di indurimento della cute, ma la sua famiglia è troppo povera per poterselo permettere. Shalini è stata peraltro cacciata dalla scuola che frequentava, perché i suoi compagni hanno “paura” di lei.

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“Shalini è affetto da questa malattia fin dall'infanzia. Abbiamo visto diversi medici, ma nessuno di loro poteva guarirla e le sue condizioni hanno continuato a peggiorare” ha spiegato la madre Devkunwar. "E’ una malattia che non la uccide, ma logora la sua vita un pezzetto alla volta. Non abbiamo idea di dove andare e di chi consultare”, e aggiunge disperata: “E’ meglio morire che vivere una vita di miseria”. A farle eco è il marito, operaio, Rajbahadur: “E’ come aver riportato una grave ustione, dalle piante dei piedi alla testa”. “Io volevo studiare – ammette la stessa Shalini – ma mi hanno cacciato da scuola perché la mia faccia spaventa gli altri alunni. Nella mia famiglia tutti soffrono a causa della mia malattia. Ma io che colpa ne ho? Che peccato ho commesso per ricevere una simile punizione? Io voglio vivere. Vi prego, aiutatemi, se potete…”.

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