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Blue Whale, il macabro gioco che sfida gli adolescenti al suicidio

La sfida, nata in Russia come gioco, è indicata come possibile causa del suicidio di decine di ragazzini, ma al momento non ci sono certezze su collegamenti diretti tra morti e Blue Whale.
A cura di A. P.
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Rispondere a sollecitazioni e prove fisiche sempre più impegnative fino a mettere in atto gesti sempre più estremi che infine portano al suicidio nella prova finale, quella in cui si deve dimostrare di non temere la morte lanciandosi dall’ultimo piano di un edificio. È il meccanismo base del cosiddetta Blue Whale challenge, una sorta di gioco a tappe promosso online da alcuni gruppi e che in alcuni Paesi potrebbe aver già causato morti, soprattutto tra i giovanissimi attirati dall'impresa.

Del problema si è occupata anche la trasmissione tv Le Iene durante la quale Matteo Viviani si è recato in Russia per capire l'origine del problema. Proprio nel Paese  euroasiatico infatti il Blue Whale avrebbe avuto il via e fatto le maggiori vittime, soprattutto ragazzini di età compresa tra i nove e i 16 anni come sostengono le associazioni di genitori, tanto da richiedere l'intervento della polizia per una indagine apposita. Una inchiesta estremamente difficile visto che sin dal primo momento è stato molto arduo collegare i casi di morte alle prove promosse attraverso gruppi online. Del resto spesso le vittime sono considerate soggetti già deboli  e non è escluso che il gioco possa aver dati loro un appoggio per arrivare al gesto estremo.

Cos’è la Blue Whale?

Secondo i giornali russi, la Blue Whale challenge sarebbe nato come uno scherzo su VKontakte, una social russo molto usato dagli adolescenti, ma ben presto qualcuno avrebbe iniziato a prenderlo sul serio invogliando sempre più ragazzini a partecipare, manipolandoli fino a spingerli a farsi del male. Si ipotizza che  il nome "Balena" sia dovuto al disegno di balene richiesto in alcune sfide o al fatto che i cetacei  per morire decidono di suicidarsi arenandosi sulla spiaggia ma non ci sono certezze neanche in questo senso.

Per prendere parte alla sfida non sarebbe molto difficile una volta che si entrati nel giro, attraverso i canali giusti e i giusti hashtag si entrerebbe in contatto con gli organizzatori. La prova, che si snoda nell’arco di 50 giorni, parte con cose semplici come guardare video cruenti online o uscire di notte da soli  poi man mano si passa alla richiesta di infliggersi tagli sul corpo e altri atti di autolesionismo fino alla prova conclusiva: gettarsi da un palazzo mentre qualcuno filma la scena.

Nessuna certezza sui collegamenti tra suicidi e sfide

Secondo una stima della stampa locale, nella sola Russia almeno un centinaio di suicidi di giovanissimi sarebbero da ricondurre alla pratica anche se per la maggior parte non è dimostrabile un coinvolgimento esterno in maniera diretta. La polizia locale ha anche arrestato un uomo ritenuto legato al suicidio di una quindicina di adolescenti perché a capo di un gruppo social che condivideva questo tipo di gioco ma lui si professa innocente parlando di uno scherzo.

Oltre alla Russia, altri casi di suicidi preceduti da comportamenti strani nei ragazzini sono stati segnalati in Sud America, ma anche in  Gran Bretagna, Romania e Francia dove le autorità hanno lanciato campagne di sensibilizzarne al problema dei ragazzini lasciati da soli sui social. Anche in Italia il suicidio di un ragazzino che si è lanciato nel vuoto dal 26° piano ha fatto temere la Blue Whale anche se, come negli altri casi, non ci sono prove dirette tra l'atto estremo e la pratica delle sfide.

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