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Attentati Londra: dopo l’attacco uomo rimane chiuso per tre giorni nel suo negozio

Il dipenderete di un locale londinese, complice la paura e la scarsa conoscenza della lingua, è rimasto chiuso dentro il negozio uscendo solo dopo che la polizia ha tolto i sigilli all’area.
A cura di A. P.
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L'attacco terroristico, il sangue, la gente che urla e scappa e lui che si rintana nel negozio dove lavora rimanendo però chiuso dentro per ben tre giorni. È l'incredibile storia raccontata da un uomo che lavora in un piccolo fast food di Londra, Birsen Sabri, e che si trovava a pochi metri da dove i tre terroristi Khuram Butt, Rachid Redouane e Youssef Zaghba hanno fatto una strage prima col furgone e poi coi coltelli. Come ha spiegato al Daily Mail, si trovava in una stanza sopra il locale quando è avvenuto l'assalto. I suoi colleghi hanno fatto uscire i clienti e sono scappati in tutta fretta, ma lui nel caos che ne è seguito ha finito per rimanere dentro in attesa che la zona fosse più tranquilla.

Una volta passata l'emergenza, però, la polizia ha chiuso l'area con cordoni e nastri così lui è rimasto dentro credendo che fosse ancora in atto una minaccia e vi è rimasto per ben tre giorni, cioè fino a quando la polizia non ha rimosso transenne e divieti. A generare l'equivoco anche il fatto che l'uomo è da poco in Inghilterra e non parla bene inglese. "È stato un grande shock. Non sapevo cosa stava succedendo. Avevo paura e non volevo muoversi. Così sono rimasto dentro" ha raccontato l'uomo al tabloid britannico.

"È stato molto spaventoso. Avevamo otto persone dentro, poi è arrivata la polizia e la gente correva in strada ma non sapevano se andare o rimanere. Qualcuno è corso alla porta per uscire, ma poi si è spaventato ed è tornato indietro" ha confermato un suo collega , ricordando: "Abbiamo sentito tutti i colpi di pistola. Tutto è stato velocissimo, è durato meno di dieci minuti, poi la polizia ha urlato a tutti di uscire e chiudere la porta ma il mio collega non deve aver capito ed è rimasto dentro".

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