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Altro che Marte, Curiosity è stato spedito in Francia!

Il bluff inequivocabile gira da qualche giorno sul web, ha dovuto placarne l’effetto l’artefice stesso del fotomontaggio, prima che intervenissero la NASA, i servizi segreti e Chuck Norris.
A cura di Andrea Parrella
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fake marte

Non siamo di certo nel '69, non circola lo stesso entusiasmo e pari fierezza per le abilità della specie umana che riuscì a realizzare lo sbarco sulla luna; non c'è stata nemmeno una frase simbolica che abbia contrassegnato in maniera decisa lo sbarco della navicella Curiosity su Marte, così come fece la sentenza storica di Neil Armostrong che dichiarava lo sbarco come il piccolo passo per l'uomo, ma il grande balzo per l'umanità. Non ci sarà nemmeno il genio cui venne in mente di portarsi sulla Luna mazza e pallina da golf per fare un lancio appena atterrato. Insomma, siamo tutti vaccinati all'idea che si possa esplorare qualcosa di altro nell'universo ed è forse per questo che i governi si sono impegnati, progressivamente, sempre meno nel finanziamento e il sostenimento ai viaggi spaziali.

Intanto però, qualche settimana fa Curiosity è ufficialmente sbarcato su Marte tramite un sistema complicatissimo di atterraggio. E' arrivato lì e ci resterà per un bel po', affinché forse si riescano a risolvere gli annosi misteri dell'eventualità che ci sia vita o meno sul Pianeta Rosso e quali siano le sue caratteristiche. Ma intanto, nei confronti della spedizione, si è movimentato un atteggiamento in controtendenza all'entusiasmo che caratterizzò le prime spedizioni lunari. Sarà per ostilità alle stelle e alle strisce, oppure perché troppe volte è stata tirata in ballo la storia che in realtà lo sbarco lunare non fu altro che una messinscena girata in studi cinematografici. Fatto sta che lo scetticismo supera oramai di gran lunga la fiducia incondizionata e, forse, i problemi fattivi della quotidianità hanno indirizzato molti a preoccuparsi parecchio di meno dell'eventualità che qualcuno viva su marte, o in qualsiasi altro luogo. Ma questo sarebbe un commento populista.

Mi è capitato, per puro caso, di trovare su internet una di quelle immagini cosiddette Fake (uella in apertura d'articolo) che metterebbe a paragone una presunta foto pubblicata dalla Nasa e un'immagine esattamente identica, senza un filtro ottico rossastro, di una landa innevata immersa nel territorio francese. Era chiaramente un lavoro di Photoshop, eppure il numero di condivisioni era altissimo ed è giunta sulla mia homepage fb tramite una persona che l'ha presentata con una frase inneggiante allo scandalo: già me l'immagino, lì, ad attendere la prima traccia (fasulla o meno) per sparare a zero sulla spedizione di Curiosity. L'artefice stesso della foto, dopo pochi minuti e centinaia di condivisioni, ci ha tenuto a precisare che si trattasse di un fotomontaggio fatto in due minuti. Ma le centinaia di condivisioni come si spiegano?

Per curiosità, cercando altre foto fake su Google ho trovato esemplari di uguale stampo, di scarsissima ma anche di decente qualità. Non ha senso dubitare di Curiosity e, se ce l'avesse, non avremmo voglia di scoprire il perché. Sotto certi aspetti, internet può costituire uno strumento ingannevole: è il paradiso del pluralismo e della libertà di parola, ma spesso, come in questo caso, può essere un bizzarro mezzo per alimentare false notizie e, pur giocando, far gridare allo scandalo.

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