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Agente spruzzò spray urticante sulla “donna in rosso”: pianterà 600 alberi

Una foto della “donna in rosso” scattata in Turchia durante le proteste di Gezi Park fece il giro del mondo e lei divenne una icona delle manifestazioni.
A cura di S. P.
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La foto di una donna con un vestito rosso colpita da un agente di polizia mentre era sola e inerme è diventata una delle immagini simbolo delle proteste di Gezi Park a Istanbul ed è stata condivisa sui social migliaia di volte dopo i fatti di due anni fa in Turchia. Quell’agente, Fatih Zengin, che nel 2013 spruzzò spray urticante contro vari manifestanti, tra cui appunto la “donna in rosso” (si trattava della studentessa Ceyda Sungur), è stato ora condannato a 20 mesi di prigione con pena sospesa e anche a piantare 600 alberi. La rivolta del 2013 scoppiò a Istanbul proprio contro il progetto che prevedeva di tagliare diversi alberi di Gezi Park nell'ambito di un progetto di riammodernamento di piazza Taksim. Il poliziotto sarà anche responsabile della cura degli alberi fino a sei mesi dopo averli piantati. Si è concluso oggi il processo a suo carico: il poliziotto è stato condannato da un tribunale turco per “violenze fisiche” e “cattiva condotta professionale”. L'agente rischiava una condanna fino a tre anni di carcere e il licenziamento.

Il poliziotto che usò lo spray urticante disse di aver eseguito un ordine – Durante un'udienza nel mese di marzo, Zengin aveva detto di aver eseguito un ordine arrivato durante le proteste. Un'affermazione che è stata negata da Ramazan Emekli, il capo della polizia di Beyoglu, quartiere in cui si trova il parco Gezi, imputato come l’agente per gli incidenti del 2013. Secondo il capo della polizia turco, che ha negato qualsiasi addebito, “non c'era bisogno di usare lo spray contro la donna in quella circostanza”. Da parte sua la “donna in rosso”, dopo che quella foto col poliziotto diventò virale, dichiarò di “non sentirsi affatto a suo agio nei panni dell'icona del movimento: in quel parco c'era tanta gente che veniva colpita e tra me e loro non c'è alcuna differenza”.

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