Non può partecipare al funerale del padre moribondo: “Sei gay. Niente messa se ci sei tu”
L'ultimo desiderio del padre in punto di morte era che il figlio intonasse un canto durante il suo funerale nella chiesa che frequentava da quando era bambino. Ma a Jessie Goodman, 17 anni di Sweetwater, in Tennessee, Stati Uniti, è stato impedito di realizzarlo a causa del suo orientamento sessuale. Jessie, infatti, è gay e per il pastore della Lee’s Chapel Baptist Church, Jay Scruggs, non era ammissibile che cantasse nella sua chiesa. E' successo meno di una settimana fa e la storia ha fatto il giro del mondo. Come ha riferito Gay.it, citando NewsWeek, in un primo momento il pastore aveva acconsentito all'esibizione del ragazzo durante la cerimonia funebre, ma ha cambiato idea dopo aver saputo che era omosessuale e che per di più sarebbe stato accompagnato dal suo compagno. Una decisione, questa, che sarebbe stata presa per il bene della sua comunità di fedeli.
Quindi, se Jessie avesse voluto cantare in ricordo del padre, Scruggs non avrebbe celebrato la messa. Al momento il padre di Jesse, 71 anni, è ancora in vita anche se le sue condizioni sono molto gravi a causa di una malattia allo stadio terminale contro cui combatte da tempo. La famiglia ha quindi altro tempo a disposizione per trovare eventualmente un'altra chiesa dove celebrare le esequie. Contattato dalla stampa locale, il pastore non ha voluto commentare la vicenda, ma stando a quanto riferito dal ragazzo, ha ribadito che avrebbe celebrato il funerale del papà solo se non fosse stato presente Brandon, il suo compagno, e se non avesse cantato il brano.
"Stanno punendo mio padre per la mia vita da persona omosessuale. Non sarò io chiuso in quella bara, ma lui. Perché non lo capiscono? Il pastore che detto a chiare lettere che se io in qualche modo avessi preso parte alla cerimonia, lui si sarebbe rifiutato di celebrarla. Inoltre non era gradito nemmeno il mio fidanzato Brandon", ha scritto sui social.