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Siria, Isis in fuga dalla cità di Manbij con 2mila civili in ostaggio

Lo rivela l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani: i miliziani utilizzerebbero i civili come scudi umani.
A cura di Davide Falcioni
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I combattenti dello Stato Islamico sarebbero fuggiti dalla città siriana di Manbij, nei pressi del confine tra Siria e Turchia, riuscendo a prendere in ostaggio circa duemila civili da utilizzare come scudi umani. A renderlo noto è un portavoce del Consiglio militare di Manbij, il curdo Shervan Darwish. "Non abbiamo aperto il fuoco contro di loro perché hanno preso dei civili nella fuga verso Jarablous", nella zona di Aleppo, ha detto Darwish, citato dall'agenzia di stampa Dpa. A confermare la notizia è stato l’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui "i combattenti di Daesh hanno rapito circa 2mila civili e li hanno caricati su 500 veicoli in direzione di Jarabulus". Altri 2.500 non-combattenti che "erano tenuti prigionieri dagli jihadisti – ha aggiunto Darwish – sono stati tratti in salvo" dalle Sdf.

Le ‘Forze democratiche della Siria' (Fds), coalizione mista curdo-araba che ha trovato il sostegno dagli Stati Uniti in funzione anti-Isis, hanno annunciato la "liberazione" di Manbij, occupata nel 2014 dai miliziani. La notizia della liberazione della città è contenuta in una nota diffusa dallo stesso Consiglio militare di Manbij e rilanciata dall'agenzia di stampa filo-curda Firat. Il comunicato rivela che nella città sono ora in corso operazioni di rimozione delle mine e Al-Sarab, l'ultima area che era rimasta sotto il controllo dei jihadisti, "è stata completamente ripulita dalla presenza" dei miliziani. Tuttavia, secondo una fonte dello stesso Consiglio militare di Manbij citata da alcuni media siriani, le Fds non avrebbero ancora il controllo totale della città, avendo incontrato sacche di resistenza determinate a non arrendersi.

Per l'Osservatorio siriano dei diritti umani, dall'inizio della guerra civile, nel 2011, i morti sono più di 290mila. Il bilancio fatto dall'Ong è per l'esattezza di 292.817 vittime al 31 luglio, di cui 84.472 civili (tra cui 14.711 bambini), 50.548 combattenti ribelli e dell'alleanza arabo-curda delle Forze democratiche siriane, e 49.547 jihadisti. Le forze del regime di Assad hanno perso 104.656 uomini.

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