Siria, il massacro del Venerdì Santo: 75 morti, anche bambini tra le vittime
Si fa sempre più tragico il conto delle vittime nelle proteste in Siria. Ieri avevamo scritto di 40 morti nella durissima repressione del regime di Assad, ma secondo le fonti di Amnesty International sarebbero addirittura 75 le persone uccise nel giro di vite del governo siriano contro i manifestanti pro-democratici, in quello che gli avversari del presidente Bashar al-Assad hanno già definito il "massacro del Venerdì Santo". Una cifra che renderebbe la giornata di ieri come la più sanguinosa nel corso delle cinque settimane di accese proteste di massa contro il regime. Moltissimi i civili che hanno subito lesioni gravi. Amnesty riferisce che tra le vittime ci sono anche bambini.
La protesta è arrivata il giorno dopo che Assad ha approvato un decreto per la revoca dello stato emergenza e l'abolizione dei tribunali di sicurezza di Stato che operano al di fuori dell'ordinario sistema giudiziario. Ma questo non è bastato a sedare le proteste, che sembrano essere ancora più intense. Razan Zeitouna, un avvocato siriano e attivista dei diritti umani, ha detto che forze di sicurezza hanno sparato sui manifestanti con proiettili veri, dopo che questi erano usciti dalle moschee per la consueta preghiera del venerdì. Ha detto all'agenzia tedesca, Dpa: "Lo stesso sistema è stato portato avanti per affrontare le proteste di Damasco, la capitale, e in tutte le altre città a est, ovest e sud."
Da Washington, il presidente americano Barack Obama ha condannato l'uso della forza da parte del governo siriano contro i manifestanti "nei termini più duri possibili". "Questo scandaloso uso della violenza per reprimere la protesta deve finire adesso", ha detto. L'abrogazione della legge di emergenza, che avrebbe dovuto consentire dimostrazioni pacifiche, non è stata di fatto attuata data la continua e violenta repressione contro i manifestanti, ha detto Obama, accusando Assad e il governo siriano di "scandalosa violazione dei diritti umani."
"Il popolo siriano sta invocando le libertà di cui dovrebbero godere tutti gli individui di tutto il mondo: la libertà di espressione, di associazione, di riunione pacifica, e la possibilità di scegliere liberamente i loro leader," ha detto Obama. "Il presidente Assad e le autorità siriane hanno ripetutamente respinto le loro richieste e scelto la strada della repressione."
Nel quartier generale delle Nazioni Unite a New York, il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon ha esortato la fine del persistente utilizzo della forza contro i manifestanti e ha chiesto a Damasco di rispettare i diritti umani.