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Siria, è caos: un attentato decapita il governo di Damasco

Colpito il quartier generale della sicurezza nazionale. L’attentato, che ha provocato la morte, tra gli altri, del ministro della difesa e del suo vice e cognato di Assad, è stato rivendicato dal Libero Esercito Siriano. Assad è ormai assediato, per la Merkel è necessaria la risoluzione Onu.
A cura di Biagio Chiariello
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Siria, è caos: una bomba uccide il Ministro della Difesa e il cognato di Assad

UPDATE 15.55 – Al-Jaazera: morto il Ministro dell'Interno- Secondo la tv panaraba Al-Jaazera, anche il Ministro dell'Interno non ce l'ha fatta, a seguito delle ferite subito nell'attacco al quartier generale della sicurezza nazionale della capitale siriana. In precedenza la tv di stato siriana aveva annunciato che il generale Mohammad Ibrahim Shaar, era rimasto ferito, ma si trovava in condizioni stabili.

UPDATE 15.40 – Morto anche ex Ministro della Difesa.L'attentato di Damasco fa un'altra vittima: si tratta del generale Hassan Turkmani, capo della ‘cellula di crisi’ che coordina le azioni contro i ribelli ed ex ministro della Difesa, come spiega la televisione libanese degli Hezbollah, Al Manar, che cita “fonti siriane”.

Il regime di Bashar al-Assad è stato duramente colpito dai ribelli siriani. Un attentato a Damasco, mentre era in corso una riunione di alcuni ministri coi responsabili della sicurezza siriana, ha infatti provocato la morte del ministro della Difesa, Daoud Rajha, e del suo vice e cognato del presidente siriano, Assef Shawkat. Non è ancora chiaro se l’esplosione sia stata causata da una bomba piazzata sul posto o da un attentatore suicida. La notizia è stata riferita da alcune tv, che affermano che nell'attacco sono stati colpiti gravemente anche il ministro dell'Interno, Mohamed Ibrahim Al Shaar, e il capo dell'Intelligence, Hisham Bekhiyar, sottoposto in queste ore a un'operazione chirurgica, mentre c'è incertezza sulle altre vittime. Secondo la televisione panaraba Al Jazira, una seconda esplosione è poi avvenuta, sempre nella capitale, contro l'edificio che ospita il comando della Quarta divisione dell'esercito.

L'attentato è stato poi rivendicato dal "Libero esercito siriano" (la milizia dei ribelli anti-Assad) che ha smentito si tratti di un attentato kamikaze. Tuttavia la dinamica dell'attacco è tutta da chiarire. Va detto che nel palazzo nel quale è esplosa la bomba, le misure di sicurezza sono severissime e la zona, peraltro vicina alle ambasciate italiana e americana, è una delle più blindate di Damasco. Quasi impossibile evitare di essere visti, tanto che c'è già chi ipotizza che l'attentatore possa essere una persona in qualche modo vicina alle forze dello stesso Assad, forse un body-guard. Dalla capitale, intanto, alcuni attivisti hanno riferito per telefono che le Guardie Repubblicane hanno isolato l'ospedale Shami, dove le ambulanze hanno trasportato alcune vittime dell'esplosione.

Solo ieri i ribelli avevano confermato l'inizio della battaglia per la liberazione di Damasco, che andrà avanti ad oltranza fino all'ottenimento di concreti risultati. «Questo è il Vulcano di cui abbiamo parlato, abbiamo appena iniziato», ha avvertito in riferimento all'attentato il portavoce della milizia dei ribelli anti-Assad, Qassim Saadedine sottolineando il nome dell'offensiva lanciata lunedì scorso dai rivoltosi. «Il comando dell'Els – si legge nella rivendicazione – annuncia il successo dell'operazione di questa mattina che ha preso di mira la sede della Sicurezza nazionale a Damasco e ucciso diverse colonne della banda di Assad che sono responsabili di barbari massacri». Poco dopo l'attacco nel cuore di Damasco, le forze armate siriane hanno letto un comunicato in tv, nel quale fanno sapere che rimarranno «più determinate che mai ad affrontare tutte le forme di terrorismo e a tagliare le mani di chi mette in pericolo la Siria». Il comunicato aggiunge che l'attentato odierno è opera di «mani prese in prestito da stranieri».

I fatti di Damasco inducono le forze occidentali a ritenere sempre più indispensabile la risoluzione Onu, che andrà in votazione oggi stesso al Consiglio di Sicurezza. Angela Merkel ha già fatto sapere che voterà a favore: «Questo attacco dimostra che è tempo di adottare la nuova risoluzione e di cooperare a livello internazionale in modo da porre fine alle violazioni dei diritti umani», ha dichiarato il cancelliere durante una conferenza stampa. «Mi rivolgo a tutti i membri del Consiglio di Sicurezza perchè concordino una risoluzione comune». Ma non tutti sono d'accordo. Serghiei Lavrov, ministro degli esteri russo, parla di «rivoluzione» che l'Onu non può sostenere. Per questo Mosca si oppone alla risoluzione del Consiglio dell'Onu per sostenere, almeno in questo momento, la Siria. secondo Lavrov «significherebbe appoggiare apertamente un movimento rivoluzionario. E, se stiamo parlando di una rivoluzione», ha rincarato la dose,«allora le Nazioni Unite non vi hanno proprio nulla a che fare».

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