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Siria, continua la repressione del regime: ieri 53 morti ad Hama

Continua la repressione in Siria. Ieri durante “il giorno dei bambini della libertà” il regime ha ucciso complessivamente 63 persone, 53 delle quali solamente a Hama.
A cura di Alfonso Biondi
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Manifestanti siriani

Una carneficina. Così un testimone oculare definisce quanto accaduto ieri ad Hama, città della Siria a nord di Damasco, in cui il regime ha represso nel sangue una manifestazione cui hanno partecipato migliaia di persone. La manifestazione aveva lo scopo di commemorare le piccole vittime della repressione nella città di Rastan e, per questo motivo, è stata ribattezzata "il giorno dei bambini della libertà". Stando a quanto rivelato dai dimostranti, le forze di sicurezza avrebbero sparato sulla folla al solo scopo di uccidere; su alcuni edifici della città, inoltre, dei cecchini appartenenti al regime avrebbero fatto fuoco sulle persone che manifestavano. Una violenza inaudita come si apprende dalle parole di un manifestante che si trovava ad Hama: "Ci hanno sparato addosso con molta intensità, con l'intenzione di uccidere. Erano mitragliatori pesanti e kalashnikov, almeno dal boato degli spari. Siamo scappati e ci siamo rifugiati nei vicoli e nelle case ma non abbiamo visto da dove sparavano"- ha riferito. Il bilancio diffuso dall'organizzazione per i diritti umani siriana Sawasiah è di 53 vittime. I feriti poi sarebbero diverse centinaia.

Il ricordo dei siriani è andato senza dubbio al lontano 1982, anno in cui il regime dell'allora presidente Hafiz al-Asad stroncò nel sangue le proteste dei Fratelli Musulmani. Allora i morti furono circa 20.000, ma, secondo Thomas Friedman (saggista e articolista statunitense), il presidente si sarebbe vantato più tardi del fatto che il numero delle vittime fosse pari a 38.000 unità.

"Il giorno dei bambini della libertà" non ha riguardato solamente Hama. Le proteste sono divampate nelle principali città siriane e hanno fatto registrare complessivamente 63 morti . Nella capitale Damasco a perdere la vita è stata solamente una persona. E' andata decisamente peggio a Rastan, dove di persone ne sono morte sette. Due invece i morti nella provincia di Idlib.

Quello che è chiaro, però, è che ormai il Paese è stufo del regime di Bashar Al Assad e lo sta dimostrando in ogni modo. Secondo Rami Abdel Rahman, capo dell'Osservatorio siriano per i diritti umani di Londra, quelle di ieri sono state "le più grandi manifestazioni dall'inizio delle proteste".

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