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Siria, Conte: “Liberato Sergio Zanotti. Tra poco in Italia”. Era stato rapito nel 2016

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la liberazione dell’ostaggio italiano sequestrato tre anni fa.
A cura di Davide Falcioni
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Sergio Zanotti, imprenditore italiano sequestrato in Siria nell'aprile 2016, è stato liberato. A dare l'annuncio il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "A conclusione di una complessa e delicata attività di intelligence, investigativa e diplomatica, condotta in maniera sinergica, in data odierna siamo riusciti a ottenere la liberazione". "Il nostro connazionale appare in buone condizioni generali e tra qualche ora – ha annunciato il capo del governo – rientrerà in Italia, a Roma. Un ulteriore successo delle nostre istituzioni e, in particolare, dell'Aise: a loro il mio più vivo e sentito ringraziamento".

Zanotti giungerà in serata a Ciampino e già domani mattina verrà ascoltato in una caserma del Ros di Roma. L'audizione sarà svolta davanti al pm Sergio Colaiocco, della Procura di Roma, che sulla vicenda aveva aperto un fascicolo in cui si ipotizzava il reato di sequestro di persona con finalità di terrorismo.

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Quindici giorni fa il Presidente del Consiglio aveva fatto trapelare qualcosa, pur non menzionando esplicitamente Sergio Zanotti. In conferenza stampa aveva infatti detto: "Posso assicurare che tutti i cittadini che in questo momento non sono rientrati in Italia sono monitorati col massimo spiegamento di forza dei servizi di intelligence e con tutti i canali diplomatici. Non per il caso che lei ha detto (ndr. il riferimento è a Silvia Romano), ma per un altro caso che non posso anticipare, spero nei prossimi giorni addirittura di portare a tutta la comunità italiana una bella notizia”. Il riferimento del premier era probabilmente proprio all'imprenditore bresciano sequestrato tre anni or sono da un gruppo legato ad al Qaida.

La notizia del rapimento di Sergio Zanotti, originario di Marone, in provincia di Brescia, era emersa solo alla fine di novembre del 2016, a sette mesi dal sequestro, dopo che un sito internet russo pubblicò un videomessaggio dell’italiano in ginocchio e sotto minaccia di armi. "Mi chiamo Sergio Zanotti e da sette mesi sono prigioniero qui in Siria. Prego il governo italiano di intervenire nei miei confronti prima di una mia eventuale esecuzione" diceva nel video Zanotti vestito con una tunica bianca mentre un uomo dal volto coperto gli puntava un fucile mitragliatore alle spalle.

Zanotti, separato e padre di tre figlie dai 28 ai 38 anni, aveva avuto altri due bambini con la seconda compagna. Prima del rapimento viveva a Marone, sul lago d’Iseo, con la sorella Beatrice. Era al confine tra Turchia e Siria per lavoro: si occupava di monitoraggi industriali.

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