Siria, bombardato ospedale pediatrico di Save the Children: “Vittime tra bambini e medici”
Una clinica ostetricia gestita da Save the Children nella provincia siriana di Idlib è stata pesantemente bombarda rata nelle ore scorse da jet militari. A renderlo noto è stata la stessa Ong su Twitter parlando di molte vittime tra pazienti e medici della struttura sanitaria e pubblicando anche un video e delle immagini delle macerie. L’ospedale si trova a Kafer Takhareem, nel nord della provincia di Idlib, e si tratta della più grande struttura del genere nella zona che ogni mese accoglie 1300 donne e fa nascere circa 300 bambini. La struttura viene finanziata da Save the children attraverso il suo partner su posto Syria Relief.
"Siamo inorriditi dalla notizia che una clinica ostetrica che sosteniamo è stata bombardata. La violenza DEVE fermarsi. Da questo dipendono le vite dei bambini" scrivono dall'Organizzazione non governativa, aggiungendo: "I nostri pensieri sono con le famiglie e i membri dello staff sul terreno". La notizia del bombardamento è stata confermata anche dall'Osservatorio dei diritti umani, una ong siriana con sede a Londra, che parla di ospedale completamente fuori uso dopo i bombardamenti. Secondo l’Osservatorio il raid aereo avrebbe colpito sia l'ospedale che un edificio vicino sede della protezione civile che è andato completamente distrutto. Al momento si contano almeno due morti e tre feriti ma il numero delle vittime potrebbe salire nel corso delle operazioni di soccorso. Per il momento comunque non si sa chi abbia condotto il raid aereo.
Ospedali bombardati in siria
Purtroppo non è il primo caso di bombardamenti su ospedali e strutture sanitarie nel Paese sconvolto dalla guerra. Sono numerosi infatti gli episodi di vittime tra i bambini negli ospedali siriani colpiti dalle bombe, l'ultimo appena pochi giorni fa durante un raid aereo ad Aleppo quando è stato ucciso un neonato di appena due giorni. Ad Aprile un altro bombardamento su un ospedale di Medici Senza Frontiere causò altre trenta vittime, sempre ad Aleppo, dove per settimane non c'era più un pediatra essendo stato ucciso l'ultimo che era rimasto in città.