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Siria, accordo all’Onu tra i 5 Grandi per la distruzione degli arsenali chimici

Nel documento non si cita l’uso della forza e non si attribuiscono colpe specifiche per il ricorso alle armi chimiche nel conflitto siriano.
A cura di Antonio Palma
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Dopo intense settimane di trattative, giovedì in tarda serata è arrivato finalmente l'accordo tra i cinque Grandi per la distruzione degli armamenti chimici posseduti dal regime siriano. La notizia è stata confermata formalmente dall'ambasciatore britannico all'Onu Mark Lyall Grant, che ha spiegato che i membri permanenti delle Nazioni Unite hanno raggiunto un'intesa di massima  che ora passerà al vaglio dei Quindici nella seduta del Consiglio. Il voto sulla bozza, a meno di altre sorprese dell'ultima ora, dovrebbe arrivare  nella notte tra venerdì e sabato. Come ha annunciato il portavoce francese Frederic Jung, infatti, il voto nel Palazzo di vetro a New York è in calendario alle 2 di notte ora italiana. In pratica il documento stabilisce che la Repubblica araba siriana non può usare, produrre, acquistare o trasferire alcun tipo di arma chimica e sottolinea che questo vale per tutte le parti nel Paese mediorientale.

Tra i punti principali della bozza si sostiene la decisione dell'Opac del 20 settembre 2013 che contiene le procedure sul disarmo chimico, si decide che la Repubblica araba siriana deve rispettare tale decisione, e cooperare pienamente con l'organizzazione dell'Aja. Il rispetto di queste regole verrà verificato dopo i primi 30 giorni dall'adozione della risoluzione e quindi ogni 30 giorni. Come ha confermato l'ambasciatrice americana all'Onu, Samantha Power, la bozza di accordo stabilisce che l'uso di armi chimiche è una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale e crea una nuova norma contro l'uso dei gas letali, anche se per arrivare ad un'intesa si è preferito non attribuire a nessuna delle parti del conflitto siriano la responsabilità dell'attacco con armi chimiche avvenuto in agosto. Sempre per trovare un accordo ed evitare l'opposizione della Russia, nel documento è stato escluso il riferimento al Capitolo Sette della Carta dell'Onu che prevede l'automatismo della forza in caso di inadempienza da parte dei siriani, prevedendo al suo posto una generica nuova risoluzione.

Soddisfazione da parte della Russia con il ministro degli esteri Serghei Lavrov che ha confermato "Abbiamo trovato l'accordo con gli Usa". "Due settimane fa questo accordo sembrava impensabile" ha confermato l'ambasciatrice americana Samantha Power, ricordando che "è la prima volta che questo organo impone obblighi di qualsiasi genere sul Paese mediorientale". "L'obiettivo è ora una distruzione rapida e completa delle armi chimiche" siriane ha concluso la Power.

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