Sindacalisti Alcoa di nuovo sulla torre: l’azienda non rispetta gli impegni
La protesta dei lavoratori dell’Alcoa sta avendo luogo nuovamente da ieri sera su una torre alta oltre 60 metri: dopo la “resa” dei tre operai che sul silo sono rimasti quattro giorni tocca adesso a due sindacalisti, i segretari della Fiom-Cgil. Franco Bardi, e della Fim-Cisl del Sulcis, Rino Barca. Una protesta che arriva dopo l’occupazione del traghetto che da Roma li ha riportati in Sardegna e in seguito a qualche ora di “calma”. Il perché riguarda sempre le stesse ragioni: i lavoratori dello stabilimento di alluminio di Portvesme dicono di sentirsi presi in giro perché l’azienda “si è rimangiata le promesse” e ha intenzione di spegnere subito lo stabilimento. “Oggi l’azienda ci ha comunicato la fermata totale dello stabilimento rimettendo in discussione gli accordi sottoscritti: il processo di spegnimento continua e rimarranno attive solo 21 celle su 290, questa è la morte della fabbrica”, così denunciano gli operai dell’Alcoa.
La reazione dell’esecutivo – Lo stesso comunicato dell’azienda ha scatenato la reazione anche del governo che, alla luce di quanto stabilito lunedì scorso nel corso del vertice di Roma, ha richiamato l’Alcoa a “rispettare gli impegni assunti formalmente”. Da quanto si legge in una nota ufficiale, infatti, l’esecutivo “esige che lo spegnimento dello smelter avvenga secondo le modalità e con le gradualità stabilite”. Sulla questione è intervenuta anche Susanna Camusso, segretario Cgil, che ha parlato del sospetto che l’azienda non voglia cercare un compratore e che il governo debba perciò intervenire rapidamente. Nel frattempo ha sottolineato la sua vicinanza ai lavoratori.
Ma l’Alcoa ribadisce il rispetto degli impegni – A tutto questo non si è fatta attendere nemmeno la successiva risposta dell’Alcoa che ha confermato di aver presentato un piano di spegnimento degli impianti più graduale “come definito con il Ministero dello sviluppo, la Regione e in sindacati” lo scorso lunedì. "Il piano rivisto include la fine delle attività delle celle – precisa Alcoa nella nota- entro il primo novembre. Cinquanta celle saranno messe in condizione di ripartire entro il 10 novembre e lo stabilimento sarà interamente fermato entro il 30 novembre". L'azienda sarda fa poi "appello a tutte le parti coinvolte per mantenere gli impegni così come Alcoa ha fatto e continuerà a fare".