video suggerito
video suggerito

Sindacalisti Alcoa di nuovo sulla torre: l’azienda non rispetta gli impegni

Da ieri sera due sindacalisti hanno occupato la torre teatro della protesta dei giorni scorsi dei tre operai dello stabilimento sardo: il governo chiede il rispetto degli impegni, l’azienda risponde che sta agendo come concordato.
A cura di Susanna Picone
36 CONDIVISIONI
Da ieri sera due sindacalisti hanno occupato la torre teatro della protesta dei giorni scorsi dei tre operai dello stabilimento sardo: il governo chiede il rispetto degli impegni, l’azienda risponde che sta agendo come concordato.

La protesta dei lavoratori dell’Alcoa sta avendo luogo nuovamente da ieri sera su una torre alta oltre 60 metri: dopo la “resa” dei tre operai che sul silo sono rimasti quattro giorni tocca adesso a due sindacalisti, i segretari della Fiom-Cgil. Franco Bardi, e della Fim-Cisl del Sulcis, Rino Barca. Una protesta che arriva dopo l’occupazione del traghetto che da Roma li ha riportati in Sardegna e in seguito a qualche ora di “calma”. Il perché riguarda sempre le stesse ragioni: i lavoratori dello stabilimento di alluminio di Portvesme dicono di sentirsi presi in giro perché l’azienda “si è rimangiata le promesse” e ha intenzione di spegnere subito lo stabilimento. “Oggi l’azienda ci ha comunicato la fermata totale dello stabilimento rimettendo in discussione gli accordi sottoscritti: il processo di spegnimento continua e rimarranno attive solo 21 celle su 290, questa è la morte della fabbrica”, così denunciano gli operai dell’Alcoa.

La reazione dell’esecutivo – Lo stesso comunicato dell’azienda ha scatenato la reazione anche del governo che, alla luce di quanto stabilito lunedì scorso nel corso del vertice di Roma, ha richiamato l’Alcoa a “rispettare gli impegni assunti formalmente”. Da quanto si legge in una nota ufficiale, infatti, l’esecutivo “esige che lo spegnimento dello smelter avvenga secondo le modalità e con le gradualità stabilite”. Sulla questione è intervenuta anche Susanna Camusso, segretario Cgil, che ha parlato del sospetto che l’azienda non voglia cercare un compratore e che il governo debba perciò intervenire rapidamente. Nel frattempo ha sottolineato la sua vicinanza ai lavoratori.

Ma l’Alcoa ribadisce il rispetto degli impegni – A tutto questo non si è fatta attendere nemmeno la successiva risposta dell’Alcoa che ha confermato di aver presentato un piano di spegnimento degli impianti più graduale “come definito con il Ministero dello sviluppo, la Regione e in sindacati” lo scorso lunedì. "Il piano rivisto include la fine delle attività delle celle – precisa Alcoa nella nota- entro il primo novembre. Cinquanta celle saranno messe in condizione di ripartire entro il 10 novembre e lo stabilimento sarà interamente fermato entro il 30 novembre". L'azienda sarda fa poi "appello a tutte le parti coinvolte per mantenere gli impegni così come Alcoa ha fatto e continuerà a fare".

36 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views