Silvio Berlusconi e il governo amico delle donne, ma non della scuola pubblica
Un governo amico delle donne e delle mamme. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un messaggio, ha presentato così il proprio esecutivo alla riunione dell'Associazione nazionale delle mamme che si è tenuta a Padova. Per l'occasione il Cavaliere ha sfoderato tutto il suo repertorio, ricordando che il governo da lui guidato vanta una cultura che "predilige l'amore e rifiuta l'invidia e l'odio" e che, per questo motivo, "cerca di essere amico delle donne, soprattutto delle mamme". Da buon playboy ha anche lodato l'indiscutibile valore del gentil sesso, ricordando che spesso le donne sono molto più brave degli uomini, più precise e anche più responsabili. E' questo, a suo dire, il motivo che lo ha spinto ad arruolare nella sua squadra di governo delle donne.
Stavolta, però, oltre alla solita autocelebrazione, il capo del governo ha anche scagliato un nuovo e violento attacco alla scuola pubblica. Due piani fondamentali, autocelebrazione e attacco alla scuola pubblica, che nelle sue dichiarazioni appaiono intrecciate da un vincolo indissolubile:
Abbiamo tutelato la famiglia con il bonus bebè, il piano casa, gli affitti agevolati per le giovani coppie, le riduzione dei costi scolastici e il bonus per la scuola privata perchè i genitori possano scegliere liberamente quale educazione dare ai loro figli, e sottrarli a quegli insegnanti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia.
Il Presidente conferma quindi quanto detto lo scorso 26 febbraio in occasione del consiglio dei cristiano-riformisti: anche allora l'attacco era rivolto ai professori della scuola pubblica, i quali "inculcherebbero" nelle teste degli studenti ideali che le famiglie non vogliono inculcare loro. Ovviamente le opposizioni insorsero e anche stavolta è prevedibile che succeda lo stesso.
Che questo governo abbia una posizione ostile nei riguardi dell'istruzione pubblica è una cosa ben nota: solamente due giorni fa, infatti, il Pdl aveva chiesto per bocca di Gabriella Carlucci l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui libri scolastici, rei di essere "comunisti e antiberlusconiani".