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Si infittisce il caso Milanese, altre accuse al Ministro Tremonti. Intanto la Camera rinvia la decisione sull’arresto

A chiamare in causa il Ministro dell’economia è un imprenditore accusato di corruzione, Tremonti avrebbe ceduto ad un ricatto di Lorenzo Cola, ex consulente di Finmeccanica. Intanto la giunta per le autorizzazioni della Camera rinvia la decisione sull’arresto di Milanese, ma dice sì all’acquisizione dei tabulati telefonici e delle cassette di sicurezza del deputato del Pdl.
A cura di Antonio Palma
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Milanese e Tremonti

Si infittisce sempre di più l’inchiesta su Marco Milanese, ex consigliere politico del Ministro Tremonti, indagato dalla Procura di Napoli con le ipotesi di reato di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e associazione per delinquere. Tra appalti fuorilegge, imprenditori spregiudicati e politici corrotti, sembra che la vicenda abbia anche altri filoni e debba essere ancora approfondita.  A parlare questa volta è l’imprenditore Tommaso Di Lernia, arrestato con l’accusa di corruzione e frode fiscale per aver fatto favori a Milanese in cambio di commesse all'Enav.

Secondo Di Lernia, a pagare l'affitto della casa di via di Campo Marzio, dove abitava fino a qualche tempo fa Giulio Tremonti, sarebbe sempre stato Angelo Proietti, un altro imprenditore che faceva da tramite con Milanese e che, sempre in cambio di favori da parte del parlamentare, avrebbe provveduto per la locazione. Ma Di Lernia rivela anche un fatto ancora più sconvolgente, il Ministro avrebbe ceduto ad un ricatto di Lorenzo Cola, uomo del Presidente di Finmeccanica, perché fosse costretto a riconfermare Pierfrancesco Guarguaglini al vertice della holding. Tutto questo grazie ai dossier realizzati da Cola sugli intrallazzi di Milanese a favore di Tremonti e di cui era a conoscenza. Ma non è tutto, Di Lernia rivela anche una pressione sull'Agenzia delle Entrate per ammorbidire un controllo sulle sue aziende sempre in cambio di favori.

Come si vede le accuse sono pesantissime e rischiano, se verificate, di trascinare a fondo il Ministro dell’Economia, che però al momento non risulta indagato. Tremonti secondo queste accuse sarebbe stato non solo beneficiario degli scambi tra imprenditori e Milanese ma anche parte attiva nelle vicende. Il Ministro, dopo la richiesta di arresto per Milanese e la rivelazione dell’affaire casa, aveva tentato di distanziarsi dal suo ex delfino, abbandonando l’appartamento, disconoscendo Milanese e dichiarando di essere stato solo un ospite.

La Storia di Milanese

Intanto, alla Camera dei deputati, la Giunta per le autorizzazioni a procedere ha espresso parere favorevole alla richiesta dei magistrati napoletani di acquisire i tabulati telefonici e le cassette di sicurezza di Marco Milanese. La stessa giunta, però, ha rimandato a dopo la pausa estiva, a settembre, la ben più importante decisione sulla richiesta di autorizzazione all'arresto nei confronti del deputato del Pdl.

Dal suo canto Milanese, coinvolto in ben due inchieste, compresa quella sulla P4, ha annunciato che denuncerà per calunnia Di Lernia, mentre in un’intervista al quotidiano La Repubblica si dice “sereno, perché risulterò innocente", e specifica che il Ministro era sì suo ospite, “ma pagava una parte dell’affitto in contanti”. Milanese dice di volere il processo al più presto, per potersi difendere e dimostrare la sua innocenza, perche anche se ammette che gli “piacevano le barche e la Ferrari” non è certo un delinquente, “un conto sono i peccati, un altro i reati”.

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