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Sergio Marchione: “La Fiat si trasferirà a Detroit”, in 3 anni la fusione con Chrysler

La Fiat non sarà più italiana, la possibilità nefasta viene annunciata dall’amministratore delegato Sergio Marchionne in conferenza a San Francisco: “Tra due o tre anni Fiat e Chrysler potranno diventare un’unica entità che potrebbe avere sede qui negli Stati Uniti”.
A cura di Alessio Viscardi
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sergio marchionne

La Fiat non sarà più italiana, la possibilità nefasta viene annunciata dall'amministratore delegato Sergio Marchionne in conferenza a San Francisco: “Tra due o tre anni Fiat e Chrysler potranno diventare un'unica entità che potrebbe avere sede qui negli Stati Uniti”. Un vero e proprio annuncio a sorpresa, dopo il duro braccio di ferro per il contratto di Mirafiori e il referendum che ha visto la linea di Marchionne prevalere su quella dei sindacati come Fiom. Si tratta solo di ipotesi allo studio del consiglio di amministrazione, che aspetterà di restituire i prestiti concessi dai governi degli Stati Uniti e del Canada prima di fare passi in questa direzione. Ma l'aria che si respira aL Lingotto si fa pesante e la battuta di Sergio Marchionne alla tavola rotonda dalla Jd Power scatena proteste anche nell'amministrazione cittadina di Torino. La strategia di Sergio Marchionne è coerente con alcune dichiarazioni rilasciate nelle ultime settimane e tiene conto del fatto che Chrysler è un'azienda in cui tutto funziona alla perfezione, mentre la Fiat è sommersa da problemi: “Chrysler ha superato tutti i target e nel 2011 potrebbe superare i 2 milioni di automobili, siamo molto soddisfatti”, ammette l'Ad di Fiat.

Ai dipendenti di Chrysler, Marchionne ha distribuito un bonus di produzione per compensare i sacrifici che hanno sopportato negli ultimi anni. Ma il suo giudizio sull'azienda del Ligotto è totalmente impietoso: “Lo stabilimento di Mirafiori è un progetto fondamentale per il progetto di Fabbrica Italia, ma nel Bel Paese si fa troppa politica”. Al centro della discussione sia il contratto di Mirafiori che le proteste di Pomigliano, nonché le critiche a Sergio Marchionne mosse da sindacati e ambienti politici. Trasferire la società negli Stati Uniti sarebbe una soluzione non soltanto economica, ma dettata dalla necessità di mantenere rapporti di comunicazione e di immagine più efficienti con la società ed i media.

Tutte le scelte sulla governance della società, quindi anche sul trasferimento a Detroit, saranno prese dopo la fusione tra Fiat e Chrysler. Evento che non si verificherà prima di aver restituito i prestiti governativi. Fissate alcune tappe: entro la fine del 2011, Fiat potrebbe prendere il possesso del 35% di Chrysler. Mentre per l'inizio del 2012 la quota dovrebbe salire al 51%. Soltanto nel 2014 si potrà procedere alla totale assimilazione e al trasferimento del quartier generale negli Stati Uniti.

Insorge la Fiom con Giorgio Airaudo: “Ormai gli annunci importanti Marchionne li fa quando si trova in America, e anche questo è un segnale”, la colpa – secondo il sindacato – è del governo italiano che non ha saputo trattenere nel nostro paese la Fiat. Intanto, Fabbrica Italia – il progetto di rilancio economico di Fiat – prosegue in Italia, il 7 marzo cominceranno gli incontri per decidere come trasferire i dipendenti di Pomigliano alla newco costituita per la produzione della Panda. Infine, il sindaco di Torino Chiamparino, intervistato da La Repubblica, dice che il trasferimento a Detroit è inaccettabile: “È presto per tracciare scenari negativi, ma al rientro in Italia di Marchionne chiederò subito un incontro urgente con i vertici della Fiat per chiarire il significato delle parole espresse dell'amministratore delegato e capire quali siano le prospettive”.

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