Sequestrata la nave ProActiva Open Arms: non ha consegnato i migranti ai libici
La Procura di Catania ha disposto il sequestro della nave della Ong spagnola ProActiva Open Arms, ormeggiata da sabato nel porto di Pozzallo (Ragusa) in seguito allo sbarco di 218 migranti. L'equipaggio della nave aveva salvato i migranti e rifiutato di consegnarli alla Libia. “Alla fine, a 48 ore dal primo soccorso, siamo entrati nel porto di Pozzallo dopo aver sopportato una notte in più di attesa con onde di due metri”, avevano scritto in un tweet dalla nave Open Arms. L'approdo in Italia dopo il lungo braccio di ferro con la guardia costiera libica e il via libera del ministero dell’Interno è al centro dell'inchiesta per la mancata consegna alle motovedette libiche intervenute sul luogo del soccorso o a Malta. Il fermo della nave è stato eseguito su indagini della squadra mobile di Ragusa e del Servizio centrale operativo (Sco). Il reato ipotizzato dalla Procura di Catania è quello di associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina: secondo l'accusa, ci sarebbe una volontà di portare i migranti in Italia anche violando legge e accordi internazionali, non consegnandoli ai libici. Risultano indagati dal procuratore Carmelo Zuccaro il comandante e il coordinatore a bordo della nave, identificati, e il responsabile della Ong, in corso di identificazione.
Il commento dell'avvocato – “Poiché il decreto legge 286 del 1998 dice chiaramente che non commette reato chi soccorre persone devo dedurre che hanno istituito il reato di solidarietà”, ha commentato l'avvocato Rosa Emanuela Lo Faro, che difende il comandante della Open Arms. “Non ho potuto ancora leggere il provvedimento – ha aggiunto Lo Faro – perché nonostante io sia il legale del comandante hanno notificato il fermo e l'avviso di garanzia a un legale d'ufficio. Aspetto di leggere il provvedimento, ma non è pensabile che esista un reato di solidarietà umana…”.