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Sentenza Unipol: “Berlusconi ascoltò la telefonata di Fassino senza addormentarsi”

Depositate le motivazioni della sentenza Unipol. Per i giudici: “Il Cavaliere ascoltò la telefonata tra Fassino e Consorte nella quale il presidente di Unipol informava il leader dei Ds della tentata scalata di Bnl”.
A cura di Redazione
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Silvio Berlusconi avrebbe ascoltato la telefonata fra Piero Fassino e Giovanni Consorte nella quale l'allora segretario dei Democratici di Sinistra veniva messo al corrente della tentata scalata di Bnl ad Unipol. È questo il succo delle motivazioni della sentenza di condanna ad un anno di carcere per Silvio Berlusconi per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio, depositate questa mattina dai giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano. Novanta pagine nelle quali i giudici ricostruiscono la serata, la vigilia di Natale del 2005, durante la quale "la registrazione audio venne ascoltata attraverso il computer, senza alcun addormentamento da parte di Silvio Berlusconi, o inceppamento del pc". E la pubblicazione, avvenuta su Il Giornale cinque giorni dopo, non potrebbe essere avvenuta senza il benestare del Cavaliere, anche tenuto conto della "qualità di capo della parte politica avversa a quella di Fassino".

Ma i giudici del Tribunale di Milano riconoscono anche il "il ruolo precipuo del premier nella vicenda", ripetendo che senza il suo assenso la notizia non sarebbe mai stata pubblicata: "Deve ritenersi che Berlusconi abbia ricevuto quella sera a casa sua, ad Arcore, la visita di Favata e Petessi (i due che portarono materialmente la registrazione ad Arcore), insieme col fratello, essendo ben consapevole del motivo per cui si svolgeva quella visita, in parte destinata a fargli sentire la famosa telefonata, nella chiara prospettiva della sua pubblicazione, di peculiare interesse in quel periodo pre-elettorale, tenuto conto della già sottolineata portata politica di quella conversazione".

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