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L'omicidio Meredith Kercher

Sentenza Meredith, Sollecito fermato al confine: ritirato il passaporto

“Contro di me un apparato accusatorio inesistente”: così Amanda Knox ha commentato la sua condanna a 28 anni e sei mesi della Corte d’Appello di Firenze. Raffaele Sollecito fermato all’alba non lontano dalla frontiera, gli è stato notificato il divieto di espatrio.
A cura di Susanna Picone
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Per Amanda Knox e Raffaele Sollecito l’incubo di essere considerati colpevoli di omicidio continua. La giustizia ha, infatti, nuovamente condannato i due ragazzi accusati di aver preso parte al delitto di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa il primo novembre 2007 a Perugia. Questa volta a condannare la Knox e Sollecito è stata la Corte d’Appello di Firenze. Amanda è stata condannata a 28 anni e 6 mesi di reclusione, il suo fidanzato di allora a 25 anni (e per quest’ultimo la Corte ha disposto anche il divieto di espatrio e il ritiro del passaporto). Entrambi i giovani non andranno in carcere e i loro legali hanno subito fatto sapere che sarà fatto ricorso in Cassazione. Ma intanto da Seattle – Amanda Knox non è tornata in Italia per il processo – la giovane ha affidato a una nota il suo commento successivo alla sentenza dei giudici. “Essendo stata in passato giudicata innocente, mi aspettavo di meglio dal sistema giudiziario italiano. Contro di me un apparato accusatorio inesistente”, ha detto Amanda. La giovane ha parlato di un “verdetto ingiusto” e ha detto di essere spaventata e rattristata.

Notificato divieto di espatrio a Sollecito – La Knox ha anche detto che la famiglia della vittima “non troverà consolazione” in questo verdetto inoltre ha accusato gli inquirenti e la procura di “intransigenza e fanatismo, pregiudizio e ristrettezza mentale, mancanza di volontà di ammettere errori, l'affidarsi a testimone e prove inaffidabili ed una teoria accusatoria inconsistente e non confortata da prove”. Per quanto riguarda la sorte di Raffaele Sollecito, gli agenti della squadra mobile di Firenze gli hanno notificato all’alba il divieto di espatrio disposto dai giudici. Sollecito è stato raggiunto dagli agenti in un paesino tra Udine e Tarvisio, non lontano dal confine austriaco. Si trovava lì probabilmente già dal pomeriggio di ieri, dato che non ha assistito alla lettura della sentenza a Firenze. “Avvocato, io sono innocente. La battaglia va avanti”, ha detto il giovane a uno dei suoi difensori.

UPDATE – Sollecito: “Ho fatto un giro in Austria” – “Non ho mai pensato di fuggire. Né prima né tantomeno ora”: così Raffaele Sollecito, attraverso uno dei suoi difensori, l'avvocato Luca Maori. Il legale ha spiegato all'Ansa che il giovane si è recato “spontaneamente” dalla polizia per consegnare il passaporto. Avrebbe detto spontaneamente di aver fatto un giro in Austria e poi di essere rientrato in Italia: “Mi sono fermato lì a riposare”.

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