Sea Watch, il video-denuncia: migrante si tuffa in mare per sfuggire alla Guardia Costiera libica
"Ieri l'equipaggio del nostro aereo da ricognizione Moonbird è stato testimone di un disperato tentativo: naufraghi che hanno cercato di fuggire da un'intercettazione e cattura da parte della cosiddetta guardia costiera libica scappando a nuoto". È la denuncia di Sea Watch 3, la nave della ong tedesca battente bandiera olandese, che ieri ha raccontato in un tweet quanto è accaduto durante la sua missione. La nave umanitaria ha ricominciato la sua attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, al largo della Libia, dopo che il tribunale olandese ha dato ragione all'organizzazione: il nuovo regolamento marittimo varato dal governo olandese, che ha impedito di fatto alla Sea Watch 3 di riprendere la navigazione, è stato dichiarato illegittimo.
Ora la nave dell'ong tedesca è l'unica presente nel Mediterraneo, dopo il sequestro della nave ‘Mare Jonio', della piattaforma Mediterranea Saving Humans. Il sequestro preventivo deciso dalla Guardia di finanza non è stato convalidato dalla procura di Agrigento, che ha però ordinato quello probatorio: saranno infatti avviati accertamenti per stabilire se il comandante della Mare Jonio, iscritto nel registro degli indagati, abbia commesso il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina soccorrendo i migranti.
Nel video ripreso dall'alto, e pubblicato sui social da Sea Watch, si vede un migrante tuffarsi in acqua, per sfuggire alle motovedette della Guardia Costiera libica, al largo delle coste africane. Il naufrago, le cui generalità sono sconosciute, ha poi raggiunto la riva a nuoto. Intanto, come ha ricordato la stessa organizzazione su Twitter, riprendendo le parole del giornalista Roberto Saviano, la testimonianza di questo gesto disperato non sarebbe mai arrivato ai media se non ci fossero stati i volontari a raccontarlo con questo filmato: "Stanno diminuendo i testimoni, non stanno diminuendo le partenze. I migranti vengono sequestrati dalla guardia costiera libica, non salvati, presi e portati nei campi di concentramento libici", ha sottolineato il giornalista campano a ‘Che tempo che fa'.