Sea Watch, autorizzato lo sbarco di bimbi e famiglie a Lampedusa
Dopo ore di minacce, annunci, appelli e trattative, alcuni migranti a bordo della nave Sea Watch sono stati autorizzati a sbarcare sul territorio italiano. Si tratta di un piccolo gruppo di persone, in particolare nuclei familiari con bimbi al seguito. Ad annunciarlo è stata la tessa ong attraverso il suo account twitter. "Le autorità italiane ci hanno dato la disponibilità a far sbarcare le famiglie presenti a bordo: bambini, madri, padri e una donna ferita" hanno spiegato dall'Organizzazione umanitaria tedesca che opera nel Mediterraneo centrale in soccorso dei barconi di migranti in difficoltà. I migranti sbarcheranno a breve a Lampedusa dove saranno presi in carico dai servizi sanitari sull'Isola. Il trasporto a terra è a cura delle motovedette della guardia Costiera, "Il trasbordo sulla motovedetta della guardia costiera è in corso" hanno spiegato infatti sempre da Sea Watch in un tweet
La notizia è stata confermata poi dal Viminale spiegando che si tratta di 18 persone sul totale dei 65 migranti attualmente sulla nave dopo essere stati soccorsi in mare di alcuni giorni fa. "Sono bambini accompagnati e persone in precarie condizioni di salute" hanno sottolineato dal Ministero. Si tratterebbe di due neonati e cinque bambini piccoli con i rispettivi genitori: sette mamme e tre papà. La svolta è arrivata a poche ore dalle dichiarazioni del Ministro Salvini che, ribadendo il suo no a ogni tipo di sbarco, ha innescato anche uno scontro nel governo con Di Maio e il Premier Conte.
Resta incerto però il destino degli altri a bordo di Sea Watch visto che la nave resta a largo di Lampedusa sorvegliata a distanza ravvicinata dalle motovedette di guardia costiera e guardia di finanza. Intanto la procura di Agrigento ha reso noto di aver avviato una inchiesta proprio sull’operazione condotta dalla Sea Watch. Il fascicolo ipotizza il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ma la momento è carico di ignoti. La stessa Procura sta già indagando per lo stesso reato la nave Mare Jonio, l’imbarcazione di un'atra Ong arrivata sull’isola pochi giorni fa e posta sotto sequestro. Della condotta della nave ha parlato la portavoce di Sea watch in Italia Giorgia Linardi, spiegando: "Il comandante ha deciso di assumere la rotta meno vessatoria per le persone a bordo e quella intimatagli dalla motovedetta libica che ci ha approcciato ieri all’alba. Una rotta che coincide inoltre con quello che costituisce il porto sicuro più vicino al luogo in cui è avvenuto il soccorso".