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Sea Watch 3 torna in mare: “Siamo unica nave di soccorso”. Salvini: “Mette a rischio vite”

Sea Watch 3 sta navigando verso la zona Sar libica: “Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per salvare persone”. Matteo Salvini: “Se raccogliesse immigrati e volesse arrivare in Italia, farebbe una scelta che mette a rischio delle vite e, quindi, noi lo impediremo con ogni mezzo lecito necessario”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La nave SeaWatch 3 sta navigando verso la zona di ricerca e soccorso di fronte alla Libia e "in queste ore è l'unica nave civile di soccorso in un Mediterraneo Centrale che grida aiuto". Lo fa sapere la ong tedesca, sottolineando che negli ultimi giorni, oltre al naufragio con 70 morti, "sono almeno 240 le persone ricondotte forzatamente in Libia, anche attraverso l'impiego di velivoli militari delle missioni Ue". Dopo la notizia del sequestro di Mare Jonio la nave dell'ong tedesca battente bandiera olandese  è l'unica ad operare nel Mediterraneo.

Il ministro degli Interni Matteo Salvini, appresa la notizia, avverte: "Io tutelo l'ordine pubblico e me ne prendo gli onori e gli oneri, quindi chi entra in Italia deve avere il mio permesso", ha detto a margine di un evento a Ciserano (Bergamo), rispondendo sugli accessi ai porti per le navi con a bordo i migranti e su possibili conflitti sul tema con il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. "Faccio un esempio molto concreto – ha continuato Salvini – c'è questa nave della Sea Watch, olandese con equipaggio olandese, che sta tornando vicino alla Libia. Se raccogliesse immigrati in acque libiche, acque tunisine o maltesi, e volesse arrivare in Italia, farebbe una scelta che mette a rischio delle vite e, quindi, noi lo impediremo con ogni mezzo lecito necessario".

"Martedì scorso il tribunale competente olandese ha stabilito che lo Stato di bandiera ha illegalmente impedito alla Sea-watch 3 di lasciare il porto dai primi giorni di aprile. Il ministro olandese delle Infrastrutture e del Controllo delle Acque aveva infatti promulgato un nuovo regolamento per le navi delle organizzazioni non governative. La Sea-watch 3 è stata l'unica nave per cui le nuove norme sono entrate immediatamente in vigore senza il periodo di transizione promesso dal ministro e poi richiesto dal giudice. Questo blocco politico dell'attività di salvataggio in mare è stato revocato dal tribunale a seguito di un'azione legale mossa da Sea-watch. La nave è ora di nuovo in missione e in rotta verso l'area SAR di ricerca e soccorso al largo della Libia", recita ancora la nota dell'organizzazione umanitaria.

"Venerdì, secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), una barca che trasportava persone in fuga dalla Libia è affondata al largo di Kerkennah, in Tunisia. Mentre 16 naufraghi sono stati salvati da alcuni pescatori del luogo, per circa 70 persone il soccorso è arrivato troppo tardi. Nello stesso giorno, la Marina Militare, la nave Mare Jonio del progetto Mediterranea Saving Humans e una motovedetta della Guardia Costiera italiana hanno portato in salvo 136 persone in Italia mentre 85 sono sbarcate sabato a Malta da una nave cargo. Con la Mare Jonio sotto sequestro preventivo a Lampedusa, la Sea-watch 3 è in queste ore l'unica nave civile di soccorso nel Mediterraneo Centrale". 

"L'Europa – ha detto Philip Hahn, capo missione a bordo della Sea Watch 3 – sta lasciando annegare le persone come deterrente per coloro che rimangono intrappolati in Libia nei campi di detenzione in condizioni disumane e che non possono fare altro che scegliere tra tortura e morte. Finché l'Ue negherà loro un passaggio sicuro e non ottempererà all'obbligo di soccorso in mare – ha aggiunto – faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per salvare persone". 

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