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“Se resti incinta stop al contratto”: la clausola assurda della Rai in caso di gravidanza

Ancora polemiche per la Rai: i giornalisti precari di ‘Errori di Stampa’ denunciano una clausola che porterebbe al licenziamento delle collaboratrici in caso di gravidanza. Il coordinamento ha scritto una lettera al direttore generale di viale Mazzini, Lorenza Lei.
A cura di Carmine Della Pia
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Il direttore della Rai Lorenza Lei

UPDATE: comunicato dell'ufficio stampa Rai.

Non sono bastate le polemiche sul Festival di  Sanremo o per il canone televisivo imposto anche ai possessori di pc e tablet: "Mamma Rai" è di nuovo nell'occhio del ciclone. Un gruppo di giornalisti precari romani, riunitisi nel coordinamento ‘Errori di Stampa’, denuncia la clausola shock che porterebbe le lavoratrici dritte al licenziamento, nel caso in cui queste siano in attesa di un bambino. Il termine ‘gravidanza’ è inserito tra le cause che potrebbero incidere sulla produttività di una collaboratrice, tra “malattia, infortunio, causa di forza maggiore o altre cause di impedimento”. I giornalisti di ‘Errori di Stampa’ hanno scritto una lettera al direttore generale della Rai, Lorenza Lei, affinché la clausola venga immediatamente cancellata. “Quando è stata nominata come direttore generale della Rai abbiamo sperato che questo cambio al vertice della più grande azienda editoriale italiana potesse essere il segno di una volontà di miglioramento rispetto al passato”, si legge nella lettera. Il coordinamento chiede anche di far chiarezza sui contratti ‘ultraleggeri’, per gli oltre 1600 giornalisti precari di viale Mazzini.

La ‘clausola gravidanza’ della Rai è riferita ai collaboratori esterni a partita iva. Al punto 10 del contratto di consulenza, si legge quanto segue:

Nel caso di sua malattia, infortunio, gravidanza, causa di forza maggiore od altre cause di impedimento insorte durante l'esecuzione del contratto, Ella dovrà darcene tempestiva comunicazione. Resta inteso che, qualora per tali fatti Ella non adempia alle prestazioni convenute, fermo restando il diritto della Rai di utilizzare le prestazioni già acquisite, le saranno dedotti i compensi relativi alle prestazioni non effettuate. Comunque, ove i fatti richiamati impedissero a nostro parere, il regolare e continuativo adempimento delle obbligazioni convenute nella presente, quest'ultima potrà essere da noi risoluta di diritto, senza alcun compenso o indennizzo a suo favore.

La portavoce del coordinamento ‘Errori di Stampa’, Valeria Colocchio, precisa che, finora, non risultano casi in cui la clausola sia stata applicata, ma diverse sono state le segnalazioni giunte dalle giornaliste costrette a firmare. L’azienda non si è ancora sbilanciata, ma i giornalisti precari che denunciano il caso si dicono convinti: “Se una donna rimane incinta, la Rai potrà valutare l'incidenza della gravidanza sulla produttività della lavoratrice e se questa ne risultasse compromessa, si riserva sostanzialmente di risolvere il contratto".

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