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Scuola, sciopero studenti contro l’esame di Maturità: lezioni a rischio il 22 febbraio

Venerdì 22 febbraio gli studenti italiani scendono in piazza contro le novità introdotte dalla Maturità 2019: agitazioni previste in tutte le città, anche se il fulcro delle manifestazioni sarà a Roma, dove partirà un corteo che arriverà fino alla sede del Miur. Lezioni a rischio anche mercoledì 27 febbraio per lo sciopero di docenti e personale ATA.
A cura di Ida Artiaco
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Fine febbraio di tensione per la scuola italiana. Dopo l'annuncio dello sciopero di docenti e personale ATA, in programma il prossimo 27 febbraio, contro la regionalizzazione del sistema scolastico, è stata confermata per venerdì 22 febbraio la protesta degli studenti, che potrebbe mettere a rischio le lezioni, contro le novità della Maturità 2019. Per la prima volta, infatti, l'esame di Stato cambia, con l'abolizione della terza prova e della tesina all'orale, l'introduzione della seconda prova mista e della prova Invalsi. Secondo i ragazzi i cambiamenti introdotti dal ministro Marco Bussetti sono arrivati troppo a ridosso dell’appuntamento di valutazione finale del 19 giugno. Una manifestazione nazionale è stata annunciata a Roma: qui il corteo comincerà alle 09:00 a Piramide e si concluderà sotto al ministero dell’Istruzione per protestare anche contro i nuovi tagli alla scuola. Ma agitazioni sono previste in tutte le città dal Nord al Sud della Penisola.

Chi deciderà di scendere in piazza e di non presentarsi in classe dovrà ugualmente consegnare la giustificazione per l'assenza il giorno successivo. Ma venerdì 22 febbraio non sciopereranno solo gli studenti, dato che è prevista anche la protesta nazionale del personale DSGA (Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi) facente funzione. Non è finita qui, perché qualche giorno dopo, precisamente mercoledì 27 febbraio, le lezioni saranno ancora a rischio a causa dello sciopero di docenti e personale ATA, di ruolo e non, così come già annunciato da Unicobas Scuola e Università e confermato dal Miur. Nel mirino, l'alternanza scuola-lavoro, la regionalizzazione del sistema scolastico e ancora il nuovo esame di Stato. Gli insegnanti hanno dichiarato infatti di non avere abbastanza tempo per modificare la didattica eseguita fino a quel momento per andare incontro alle esigenze della Maturità 2019, senza contare i problemi riguardanti l'utilizzo della nuova griglia di valutazione.

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