Scuola, raggiunto l’accordo sul contratto tra sindacati e governo: revocato sciopero del 17 maggio
"Più risorse per il prossimo rinnovo contrattuale, per garantire stipendi adeguati agli insegnanti. Soluzioni mirate per il precariato: chi insegna da più di 36 mesi avrà percorsi dedicati per l'immissione in ruolo". Sono questi i punti sui quali è stata raggiunta l'intesa tra governo e sindacati del settore scuola, come ha annunciato il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti con un post condiviso sulla sua pagina Facebook. "Ringrazio il Presidente Giuseppe Conte per il supporto dato alla trattativa. E ringrazio i Sindacati: insieme stiamo lavorando per il bene della scuola", ha poi aggiunto il titolare del Miur al termine di un lungo incontro tra le parti in gioco, da un lato lo stesso Bussetti e il presidente del Consiglio come rappresentati dell'esecutivo e dall'altro Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, conclusosi solo all'alba della mattina di oggi, mercoledì 24 aprile. Un accordo importante e molto atteso da tutto il comparto, che ha anche spinto alla revoca dello sciopero generale del 17 maggio, annunciato nei giorni scorsi.
"Istruzione e ricerca sono un comparto strategico per il nostro Paese e una priorità – ha commentato Conte su Facebook -. Il governo si è impegnato a individuare le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti, assicurando un congruo incremento degli stipendi. Le retribuzioni degli insegnanti devono essere adeguate alla responsabilità che ricoprono".
Rinnovo del contratto e lotta al precariato
Tra i punti più discussi, c'è quello del rinnovo del contratto collettivo del comparto Istruzione, scaduto a dicembre. Il governo Conte ha annunciato che si impegnerà a garantire il recupero graduale nel triennio del potere di acquisto delle retribuzioni dei lavoratori della scuola e l'avvicinamento dei docenti e del personale Ata alla media degli stipendi dei colleghi europei, rispetto ai quali il dislivello è considerevole. Prevista anche l'indizione di nuovi concorsi per gli insegnanti, per risolvere il problema legato al precariato, e altre modalità semplificate per l'immissione in ruolo del personale docente che abbia un'esperienza di supplenza pari ad almeno 36 mesi.
Regionalizzazione del sistema scolastico
Per quanto riguarda la cosiddetta autonomia differenziata, su cui i sindacati hanno insistito particolarmente, è stato modificato il progetto di autonomia proposto da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, che porterebbe la gestione del personale della scuola, con i finanziamenti per la relativa retribuzione, in capo alle singole regioni. Secondo l'accordo sottoscritto alle prime ore dell’alba, la scuola, invece, resta unitaria su tutto il territorio nazionale. Il governo, dal canto suo, si impegna a garantire e a salvaguardare l'unità e l'identità culturale del sistema nazionale di istruzione. Resteranno unitari anche anche gli ordinamenti statali, i curricoli scolastici, il sistema di governo della scuola, il contratto di lavoro di docenti e personale ATA e il sistema di reclutamento. Novità anche per quel che riguarda il mondo dell'Università: l'esecutivo si è impegnato, infine, a consentire una maggiore flessibilità nell’utilizzo del salario accessorio e ad incrementare il personale che svolge attività di ricerca e didattica. Per quanto attiene l'AFAM, infine, come sottolinea Gilda Scuola con un comunicato pubblicato sul suo sito ufficiale, "l'intesa prevede la piena definizione e la velocizzazione del processo di statizzazione già avviato. Lo stesso accordo prevede un'azione del governo volta al completamento del processo di stabilizzazione del personale precario degli enti di ricerca, un piano di stabilizzazione per iI personale che svolge attività di ricerca e didattica nell'università, nonché quello di assistenza tecnica e amministrativa".