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Scuola, Consiglio di Stato: via i diplomati magistrali dalle graduatorie a esaurimento

Doccia fredda per centinaia di diplomati magistrali che resteranno fuori dalle graduatorie a scorrimento (Gae) per l’abilitazione all’insegnamento. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con una doppia sentenza con le quali conferma un principio già enunciato nel 2017: “Il solo diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 non costituisce titolo sufficiente per entrare in graduatoria”.
A cura di Ida Artiaco
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I diplomati magistrali resteranno fuori dalle graduatorie a scorrimento (Gae) per l'abilitazione all'insegnamento. È questa la decisione del Consiglio di Stato con due sentenze gemelle, la numero 4 e la numero 5 del 2019, pubblicate oggi, mercoledì 27 febbraio, con le quali vengono ribaditi i principi già enunciati nel dicembre del 2017, e cioè che "il solo diploma magistrale conseguito entro l'anno scolastico 2001/2002 non costituisce titolo sufficiente per l'inserimento nelle Gae del personale docente ed educativo". Una vera e propria doccia fredda per centinaia di docenti, che già promettono battaglia in Cassazione. Ad ogni modo, gli interessati dovranno concentrarsi sul concorso straordinario (e poi quello ordinario), come unica via d’accesso al ruolo.

I pronunciamenti si sono resi necessari a seguito di una ordinanza della Sesta Sezione, che, non convinta dell'orientamento assunto dall'Adunanza Plenaria del 2017 sull'impossibilità di inserimento dei diplomati magistrali (ove il diploma sia conseguito entro l'anno scolastico 2001/2002) nelle graduatorie ad esaurimento (GAE), ha sollecitato una rimeditazione della questione, anche alla luce delle norme emanate successivamente. Ma la stessa Adunanza Plenaria non ha fatto altro che ribadire il principio già accennato in precedenza. Nelle sentenze si legge che la legge del 2018 "non ha affatto riconosciuto valore abilitante ex se al diploma magistrale, ma ha anzi ribadito la necessità di superare un concorso per accedere ai posti di insegnamento, inserendosi, quindi, nel solco del principio di diritto enunciato dall'Adunanza plenaria n. 11 del 2017 e confermandone la correttezza". Quanto alle sentenze passate in giudicato prima dell'Adunanza Plenaria n. 11/2017, favorevoli all'inserimento dei diplomati magistrali nelle GAE, l'Adunanza Plenaria ha chiarito che i relativi effetti rimangono circoscritti alle sole parti di quei giudizi.

Ma i diplomati magistrali non si arrendono. Come aveva spiegato l'Anief, l'Associazione Sindacale Professionale attraverso il legale Walter Miceli, "la questione terrà banco anche per diverso tempo: oltre all’imminente decisione che la Cassazione fornirà il prossimo 20 marzo, non di poco conto sarà anche il pronunciamento della Corte Costituzionale, già fissato per il 7 maggio, sul concorso riservato ai docenti abilitati della scuola secondaria, con sicuri riflessi sul reclutamento della scuola primaria. Infine va sempre ricordato il Consiglio d’Europa, che tra non molto dovrà esprimere la sua rilevante decisione sul reclamo collettivo posto dall’Anief".

Bussetti: "Confermata la bontà delle decisioni del governo"

Sulla questione è intervenuto anche il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, secondo il quale "la decisione del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali conferma la bontà e la lungimiranza delle decisioni prese dal governo e dalla maggioranza con il Decreto Legge Dignità a tutela di questi lavoratori. Il personale è stato così messo nelle condizioni di partecipare a un concorso semplificato che consentirà agli interessati di accedere all'immissione in ruolo. I magistrati amministrativi hanno fatto ulteriormente chiarezza su una vicenda molto delicata e complessa, su cui il governo, insieme ai gruppi parlamentari di Lega e Movimento 5 Stelle, si è mosso nei modi e nei tempi giusti per salvaguardare la continuità didattica e il destino di migliaia di docenti".

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