Scozia e Irlanda del Nord votano in massa per l’Ue e ora rilanciano: “Via dall’Uk”
La vittoria del fronte del sì all'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea rischia di scatenare una nuova ondata di nazionalismi in Scozia e Irlanda del Nord che ora rilanciano le campagne per l'indipendenza. Come mostrano i risultati definitivi, infatti, scozzesi e irlandesi hanno votato in massa per rimanere in Ue a differenza del resto del Regno Unito e ora la tensione è alle stelle. In particolare in Irlanda del Nord il Remain ha vinto con il 55,8% contro un 44,2% del Leave. In Scozia il no alla Brexit ha prevalso col 62% mentre per l'uscita dall'Ue ha votato il 38% degli elettori. "La Scozia ha consegnato un voto chiaro, senza equivoci, per la permanenza nella Ue e accolgo con favore questo sostegno al nostro status europeo. Noi siamo europei. E vogliamo rimanere nell'Unione Europea" ha dichiarato infatti la premier scozzese Nicola Sturgeon, aggiungendo: "La Scozia ha parlato. E ha parlato chiaro".
Ancora più esplicito il suo predecessore Alex Salmond già fautore del referendum sull'indipendenza poi perso. Salmond infatti ha rilanciato l'idea di un nuovo referendum da svolgersi nei prossimi due anni e la cui richiesta dovrebbe partire in concomitanza con l'avvio dei negoziati con Bruxelles per uscire definitivamente dall'Unione Europea. L'ipotesi di referendum per dire addio al Regno unito torna a farsi largo anche in Irlanda del Nord, stavolta però no per l'indipendenza ma per la riunificazione delle due Irlande, che di fatto sancirebbe il ritorno del Paese in Ue visto che Dublino appartiene all'Unione Europea. "Con l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, l'Irlanda dovrebbe andare al voto per la propria riunificazione", ha tuonato infatti Martin McGuinness, vicepremier dell'Irlanda del Nord ma soprattutto leader del partito nazionalista irlandese Sinn Féin.