Scontri al corteo a Torino, post shock del consigliere: “Ci vuole un po’ di scuola Diaz”
"Ditemi voi se tutto questo è accettabile. Le forze dell’ordine sono troppo limitate nei loro poteri. Ci vuole un po’ di scuola Diaz", è lo sconcertante post con cui un consigliere leghista di Torino, Alessandro Ciro Sciretti, ha commentato in serata i fatti avvenuti nel tardo pomeriggio di sabato nel capoluogo piemontese con gli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti. "Nessuna pietà, nessuna, per queste persone" ha scritto ancora sul suo profilo Facebook l'esponente leghista, consigliere nella circoscrizione 6 di Torino. Al pari di altri esponenti politici, compreso il suo leader Salvini, Sciretti aveva commentato a caldo condannando la guerriglia urbana andata in scena nel centro cittadino e condividendo in particolare la notizia dell'assalto a un bus da parte di alcuni manifestanti, ma è andato decisamente oltre evocando una pagina buia della recente storia italiana: i fatti della scuola Diaz di Genova nel corso del G8 del 2001.
Un post che sul social ha subito scatenato una valanga di polemiche alle quali il consigliere prima ha replicato dicendo "Mi sono persino trattenuto" e poi parlando di una provocazione. "Mi hanno attaccato più volte mentre distribuivo volantini, non se ne può più. Questi fatti sono inaccettabili, servono leggi più dure, la polizia non può reagire come dovrebbe per fermare situazioni che possono degenerare" ha sottolineato infatti Sciretti continuando a sostenere la sua tesi , poi ha cancellato il post sostituendolo con un altro: "Non sono solito nascondermi dietro un dito e amo le provocazioni. Il mio post è frutto della rabbia di fronte alla violenza cieca ed al vandalismo indiscriminato che il movimento antagonista sta riversando in città in questi giorni. Rabbia che nasce dall’amore verso la mia Torino e da una storia politica che mi ha visto, molto spesso, oggetto di attenzioni indesiderate da parte di chi preferisce la violenza alla dialettica politica. Mi richiamo sempre alla legalità. Per questo, il riferimento ai fatti della Diaz non è, e non può essere preso come, una seria riflessione, ma solo ed esclusivamente come una provocazione. La Diaz non è una pagina felice né giusta della storia del nostro paese, perché lo Stato deve sempre agire nel solco del diritto. Per questo, mi scuso. Detto questo, mi auguro che gli autori dei fatti di oggi vengano perseguiti nel modo più duro, tra quelli previsti dalla legge, e ribadisco ancora un concetto: Sono e sarò sempre dalla parte delle Forse dell'ordine"