Sciopero dei bancari, oggi sportelli chiusi per protestare conto l’Abi
"Per la prima volta dal dopoguerra si vuole cancellare il contratto di lavoro, cancellando di fatto la categoria dei bancari", per questo motivo, come hanno spiegato i sindacati di categoria, oggi i bancari italiani incrociano le braccia e scendono in piazza contro l'Abi. Oggi infatti i dipendenti del settore sciopereranno per tutta la giornata per uno stop dal lavoro di otto ore proclamato unitariamente dalle sigle sindacali. Allo sciopero dei bancari si è arrivato dopo la rottura delle trattative tra sindacalisti e rappresentanti dell’Associazione bancaria italiana sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto a giugno del 2014. I dipendenti delle banche infatti denunciano la decisione unilaterale dell'Abi "di disdettare e di disapplicare, a partire dal prossimo primo aprile, i contratti collettivi di lavoro", un provvedimento giudicato "senza precedenti in nessun altro settore". I bancari sonderanno in piazza da Nord a Sud del Paese in diverse manifestazioni di protesta tra Milano, Roma e Palermo, ma l'appuntamento centrale è fissato a Ravenna dove ci saranno anche i principali delegati sindacali di categoria.
"Andremo avanti a oltranza"
"Ci aspettiamo punte di adesione pari all’80-90 per cento, considerando la partecipazione che abbiamo riscontrato" ha dichiarato Roberto Cattabriga di Fisac/Cgil, aggiungendo: "La posizione di Abi è inconcepibile, perché rifiuta la logica di avere un contratto unico, privilegiando la frammentazione dei contratti aziendali". Per i sindacati infatti "il vero obiettivo dell'Abi è quello di smantellare il contratto nazionale di categoria e le tutele contrattuali vigenti, sostituendolo con contrattazioni azienda per azienda, che creerebbero un'enorme disparità di trattamento economico e normativo tra i lavoratori e le condizioni per ulteriori e selvaggi tagli di posti di lavoro, dopo i 68mila già eliminati negli ultimi 15 anni". "Se le banche non cambiano atteggiamento, andremo avanti a oltranza chiedendo l'intervento del Governo e del Presidente Renzi", ha assicurato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.