Schwazer al medico: “Fidati, sono altoatesino non napoletano”. E intanto si dopava
"Posso giurarti che non ho fatto niente di proibito. Ti ho dato la mia parola e non ti deluderò. Sono altoatesino, non sono napoletano". Così scriveva Alex Schwazer, l'ex campione olimpico di marcia finito nel vortice del doping: la conversazione, pubblicata dal Sole24Ore, è contenuta in una mail spedita dall'atleta al medico della Fidal Pierluigi Fiorella, datata il 28 giugno 2012, due giorni prima il test a sorpresa dell'agenzia mondiale antidoping che avrebbe messo nei guai Schwazer, rivelandone la positività all'assunzione dell'Epo. A quell'analisi choc è seguita poi una confessione nella quale il marciatore aveva sostenuto che la positività alla sostanza proibita era stata frutto di un cedimento psicologico e che non c'erano episodi precedenti. Tuttavia le indagini sono andate avanti, condotte dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros) di Trento e dal Nucleo antisofisticazione (Nas) di Firenze. E le risultanze di quest'indagine cozzano con la versione dell'atleta che vanta la sua altoatesinità come garanzia di sincerità. Il problema è proprio nelle mail.
"Le cazzate le ho fatte a marzo, ma… ho imparato la lezione" scrive Schwazer alla vigilia delle Olimpiadi di Londra al medico federale Pierluigi Fiorella. Per la polizia giudiziaria questo è un chiaro riferimento alle due gare vinte nel 2012. Nel decreto di perquisizione è scritto: "La polizia giudiziaria giunge pertanto a ritenere che non possa escludersi che Schwazer Alex, già durante la preparazione per i Giochi Olimpici di Pechino 2008 (e forse ancor prima), sia stato sottoposto a trattamenti farmacologici o a manipolazioni fisiologiche capaci di innalzare considerevolmente i suoi valori ematici". La Procura antidoping del Coni ha aperto un fascicolo su eventuali complicità nel caso. fascicolo riguarda tesserati e non tesserati, per il nuovo capitolo che riguarda la Fidal. Alla procura di Bolzano è stata chiesta l'acquisizione degli atti.