“Schettino non abbandonò la nave, fu costretto a sbarcare per motivi fortuiti”
Quinto giorno di udienza a Grosseto per l’incidente probatorio sulla scatola nera della Costa Concordia: diversamente dai giorni precedenti l’ex comandante Francesco Schettino è arrivato al Teatro Moderno in ritardo, tanto che ai giornalisti che lo aspettavano è apparso ombroso e non ha rivolto alcun saluto. A quanti gli hanno chiesto se temesse il carcere, considerate le accuse che ci sono nei suoi confronti, lui ha risposto di avere un solo timore: che la verità non venga fuori. Tra l’ex comandante della Costa Crociere e la compagnia è ormai scontro tanto che Schettino, attraverso la sua difesa, vuole che vengano fuori tutte le responsabilità di Costa. Una delle tesi difensive sostenute dai suoi legali è quella delle “carenze tecniche” della nave Costa Concordia.
Schettino chiede di parlare anche oggi, il giudice lo zittisce – La stessa accusa mossa sin dall’inizio al comandante, quella secondo la quale abbandonò la nave prima di altri passeggeri, è stata ribattuta dalla difesa: “Schettino non abbandonò la nave ma fu costretto a sbarcare per motivi fortuiti”, hanno detto i suoi legali. In ogni caso, da quanto ha dichiarato la stessa difesa parlando con i giornalisti, non c’è la volontà di “scaricare le responsabilità su altri” ma riteniamo – parlano per Schettino – di dover evidenziare le carenze della nave in questo incidente probatorio. Dopo le dichiarazioni rilasciate eccezionalmente ieri in aula oggi Francesco Schettino avrebbe voluto fare il bis, avrebbe voluto parlare di nuovo al Teatro Moderno. Una richiesta che però, questa volta, gli è stata negata dal giudice Valeria Montesarchio che ha affermato che per gli indagati possono parlare le difese e i consulenti tecnici. Schettino avrebbe voluto chiarire alcuni aspetti tecnici sulle operazioni di emergenza e di soccorso ai passeggeri.