Scandalo doping, la Biles si difende: “Soffro della sindrome ADHD”
Nessun reato, nessuna regola infranta, nessun doping: Simone Biles si difende di persona davanti alle ultime accuse che le sono state rivolte in seguito ai documenti della WADA hakerati e pubblicati on line. Secondo le carte, l'atleta americana insieme a tanti altri connazionali, alle ultime Olimpiadi di Rio de Janeiro avrebbero fatto uso di sostanze dopanti grazie a certificati medici ad hoc presentati all'Agenzia Internazionale per la lotta al doping, bypassando divieti ed evitando squalifiche.
Simone Biles, così come altri atleti che in queste ore stanno presentando le proprie cartelle mediche e le prescrizioni che li scagionerebbero dall'accusa di doping, avrebbe avuto il permesso di utilizzare sostanze proibite dalla WADA fin dal 2012. Anche questo è quanto traspare dai documenti pubblicatidagli hacker che hanno bucato i server dell’agenzia mondiale antidoping. La ginnasta che ha dominato la disciplina nell’ultimo quadriennio avrebbe ottenuto infatti i certificati di utilizzo di medicine illecite nel mondo sportivo per “fini terapeutici” con tanto di ricetta.
In attesa che la tesi difensiva venga accolta nelle sedi opportune per dimostrarne la sua innocenza, la 19enne di Columbus ha deciso di utilizzare anche i social network per intraprendere una campagna a proprio favore, affrontando in prima persona accusatori e detrattori. Stando a quanto la Biles scrive sul web sarebbe stata autorizzata all’uso perché affetta da ADHD una sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
"Soffro della sindrome ADHD" ha postato sui social network la giovane atleta americana "e prendo medicinali per curarla fin da quando sono bambina. Sappiate che io credo nello sport pulito, ho sempre rispettato le regole e continuerò a farò a farlo. Il fair play è molto importante per lo sport e per me". E poi ancora: "Avere la ADHD e prendere medicine per guarirla non è qualcosa che mi imbarazza e non mi vergogno di dirlo".