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Sblocca Italia, Squinzi attacca: “Insufficiente per far ripartire il paese”

Il leader di Confindustria ha parlato a margine della Festa dell’Unità organizzata dal Partito Democratico in un dibattito con Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
A cura di Davide Falcioni
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Giorgio Squinzi ha scelto la Festa Nazionale dell'Unità per sferrare una dura critica al governo Renzi. Secondo il numero uno di Confindustria le misure messe in campo nel decreto "Sblocca Italia" non saranno sufficienti a far ripartire il paese. L'attacco arriva a due giorni da quello lanciato al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, quando il leader degli industriali parlò di una situazione "drammatica" e di un paese da rilanciare al più presto. Parole che erano arrivate a commento dei dati macroeconomici che avevano mostrato come la disoccupazione aumentasse e fossimo anche in deflazione.

Squinzi ha parlato accanto a Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che invece in merito allo Sblocca Italia aveva spiegato come servisse a dare una "scossa molto forte" e rappresentasse la volontà di "disincagliare la nave". Squinzi tuttavia ha rincarato le critiche: "Per quanto riguarda l’ammontare reale e disponibile contenuto nello Sblocca Italia, secondo la nostra sensazione non sarà sufficiente a far ripartire il Paese". Certo, spiega, "i concetti che ci sono all’interno del decreto sono condivisibili: il problema è la quantità e la reale disponibilità dei fondi per sostenere questi investimenti, ad esempio quelli infrastrutturali, e tutta una serie di investimenti che erano stato decisi già cinque governi fa. Mi auguro – ha concluso Squinzi – che sia il momento per fare andare avanti le cose". Il leader di Confindustria ha quindi auspicato la creazione di un contratto unico di lavoro "a tempo indeterminato" e non quindi a tutele crescenti come previsto dal Job Act. Anche perché, sostiene, "noi siamo per incrementare i salari e non per diminuirli": il problema, spiega, "è aumentare il lavoro: bisogna ricreare le condizioni per crearlo".

Il leader degli industriali ha detto che le imprese non si sentono ancora "protette dal governo", ma che all'esecutivo è pronto a tendere una mano: "Da parte della mia Confindustria non ci sarà nessun ostacolo di tipo corporativo a un progetto di innovazione vera per il nostro Paese, soprattutto se si muoverà con pragmatismo. Mi sembra che il termine di 1000 giorni sia realistico – chiosa – ma bisogna fare le cose che servono per sbloccare questo Paese".

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