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Savina Caylyn, marinai liberi: pagato riscatto di 11,5 milioni di dollari ai sequestratori

La cifra sarebbe stata versata in due soluzioni: la petroliera é stata sequestrata lo scorso febbraio. È festa sull’isola di Procida. La Farnesina non si sbilancia ancora sulle modalità di liberazione dei marittimi.
A cura di Daniela Caruso
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Savina Caylyn

Dopo undici mesi di prigionia, tornano liberi i marinai della Savina Caylin, presi in ostaggio dai pirati somali nel febbraio del 2011. In questi mesi, si sono susseguiti tanti appelli dell’equipaggio, che chiedeva semplicemente un aiuto per tornare dalle rispettive famiglie. Anche Fanpage ha raccolto le richieste dei familiari, disperati per la situazione in cui si trovavano padri e amici che erano a bordo dell’imbarcazione. I marittimi, dunque, tornano a casa prima di Natale, dopo mesi di sevizie e torture da parte dei sequestratori.

La liberazione è avvenuta, grazie al pagamento di un cospicuo riscatto che ammonta a 11,5 milioni di dollari che, secondo Somalia Report, sarebbe stato versato in due tranche: la prima di 8,5 milioni di dollari, consegnata oggi alle prime luci dell’alba e la seconda di 3 milioni di dollari elargita intorno alle 12,30, ora locale. La petroliera, di proprietà della compagnia napoletana D’Amato, fu sequestrata nelle acque dell’isola yemenita di Socotra: a bordo erano presenti cinque italiani, tra cui Giuseppe Lubrano Lavadera, comandante della nave, Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, entrambi provenienti da Procida. A questi si affiancavano Gianmaria Cesaro, allievo di coperta di Sorrento, Antonio Verrecchia, direttore di macchina, residente a Gaeta e il triestino Eugenio Bon, ufficiale di coperta.

Grande soddisfazione è stata espressa dal Presidente del Consiglio, Mario Monti, il quale, in una nota di Palazzo Chigi, ha dichiarato alle famiglie la sua più profonda vicinanza, mentre la Farnesina ha comunicato che parlerà della liberazione e delle operazioni di salvataggio solo a missione conclusa. Sulla nave stanno per arrivare i soccorsi, composti da medici e da un gruppo di militari, che si stanno muovendo a bordo della Grecale, un’imbarcazione della marina militare italiana. Le voci della liberazione si erano susseguite, in queste due settimana, dove la speranza di rivedere liberi gli uomini a bordo si era fatta più concreta. Oltre ai cinque italiani, sono stati liberati anche i restanti diciassette membri dell’equipaggio dell Savina Caylin.

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