Sarah Scazzi: la verità nascosta da Michele Misseri e le donne della sua vita
Michele Misseri è stato in carcere per 236 giorni, durante i quali la verità sulla morte di Sarah Scazzi ha faticato ad emergere, nascosta da sette versioni diverse, ognuna delle quali raccontata dall'uomo che, in questi lunghi otto mesi, ha perso più che la propria credibilità.
La notte del 6 ottobre, convocato nella caserma del comando provinciale di Taranto, confessò agli inquirenti di aver ucciso e occultato il corpo della nipotina, recuperato poi, il giorno successivo, in un pozzo nelle campagne di Avetrana. Il movente, secondo il suo racconto, sarebbe stato legato ad abusi sessuali, che Misseri temeva potessero essere raccontati da Sarah. Tra l'altro, l'uomo aggiunse anche, forse per convalidare maggiormente la sua versione, che aveva abusato del corpo della nipote persino dopo averla uccisa.
Abbiamo tutti creduto di aver finalmente visto in faccia il mostro di Avetrana, colui che si è reso colpevole di un omicidio che ha scioccato e impaurito l'opinione pubblica. Ma la verità era nascosta altrove. All'interno di quella casa, in via Deledda, luogo di misteri e rapporti familiari insondabili.
Il 31 maggio scorso, a distanza di otto mesi, Michele Misseri è stato scarcerato: l'ipotesi è che l'omicidio non sia avvenuto nelle modalità e nel luogo indicato dall'uomo, ma che Sarah sia stata uccisa all'interno della villetta, quindi risulta inevitabile il coinvolgimento dei tre componenti della famiglia, anche se le responsabilità specifiche sono tutte ancora da accertare. Forse Michele è stato obbligato a occultare il corpo della nipote o dalla moglie Cosima o dalla figlia Sabrina. Forse non è lui l'assassino, il mostro di Avetrana, che si è autoaccusato dell'omicidio di Sarah. Forse non si è troppo lontani dalla verità.
A convalidare l'ipotesi è la considerazione che nella famiglia Misseri hanno sempre comandato le donne, come confermato da un messaggio che la stessa Sabrina ha inviato il 26 maggio 2010 alle ore 9: "Mia madre non cucina più per mio padre e quindi lo faccio io, stanotte mio padre ha dormito nella mia camera e stamattina presto ho fatto finta di dormire e l'ho sentito piangere".
Dalle pagine dell'inchiesta, inoltre, Sabrina sembra emergere come una donna gelosa, ossessionata dalla cuginetta Sarah, che avrebbe potuto "rubarle" l'uomo di cui era profondamente innamorata. Un triangolo di gelosia e vendetta. Sono ben 4500, infatti, i messaggi che, da gennaio ad agosto 2010, si sono scambiati Sabrina ed Ivano, alcuni dei quali dal contenuto molto intimo. Il "Dio Ivano", così chiamava Sabrina quel suo amico speciale.
Da parte sua, anche Sarah era profondamente legata al ragazzo, infatti sul suo diario annotò la frase: "Ieri Ivano mi ha coccolata, gli voglio tanto bene. Però stasera non lo vedo, uffa…". Che Sabrina nutrisse una certa avversione nei confronti della cuginetta, è testimoniato da un altro inquietante messaggio: "E' così magra che mi fa più male, ti giuro mi sta esaurendo ad averla 24 ore su 24!".
Il 31 maggio scorso, appena uscito di prigione per scadenza dei termini di custodia cautelare durata sei mesi per il reato di soppressione di cadavere, Michele Misseri ha incontrato i giornalisti; è la figlia maggiore, Valentina, ad aver organizzato il tutto, così è partita l'ennesima intervista, che ha scatenato l'indignazione dell'opinione pubblica: "Mia figlia Sabrina è innocente, mia moglie Cosima pure. Ho fatto tutto io…", arrivando persino a simulare con una corda come ha provveduto a nascondere il corpo della nipotina, occultato per 42 giorni in un pozzo sperduto nelle campagne di Avetrana.
A Matrix Michele Misseri si è scusato con Cosima e Sabrina, rispettivamente la moglie e la figlia, ancora una volta da lui difese strenuamente riguardo ogni possibile accusa.
Ma che ruolo ha avuto in tutta questa terribile vicenda, Cosima, aldilà di quanto sostenuto dal marito?
Da mercoledì sui giornali locali è stata data la notizia di un'imminente provvedimento di custodia cautelare nei confronti di Cosima. Giovedì il passaparola ha coinvolto l'intera Avetrana, che si è riunita sotto casa Misseri e davanti alla Caserma, dove la donna è stata insultata verbalmente dai presenti.
Resta impresso nella memoria, lo scatto che mostra la somiglianza tra Sarah e Cosima, quando quest'ultima era ancora adolescente. Un legame di sangue, che si rifletteva tutti i giorni negli occhi della nipote.