Sarah Scazzi, il pm: “Arrivò dai Misseri prima delle 14, uccisa da Sabrina e Cosima”
Continua a tener banco a Taranto il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa il 26 agosto del 2010 e della cui morte sono accusate la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano. Dinanzi alla Corte d’Assise di Taranto è ricominciata oggi la requisitoria del pm Mariano Buccoliero: il rappresentante della pubblica accusa sta ricostruendo il giorno del massacro, facendo riferimento agli ultimi spostamenti di Sarah. In particolare è necessario sapere con certezza a che ora Sarah uscì di casa per poi arrivare dai Misseri: elementi fondamentali da cui si ricavano l’identità degli autori del delitto. Secondo il pm quella mattina Sarah Scazzi uscì di casa poco prima della 14 e non alle 14.30 come sostiene la difesa: sulla base di questa ricostruzione, secondo il pm, Sarah venne coinvolta in un litigio con Sabrina e con zia Cosima che la inseguirono per poi ucciderla.
Le bugie di Sabrina Misseri – Alle 14.30, dunque, Sarah Scazzi sarebbe già morta: “L’uscita di casa – ha detto il pm – non può essere collocata verso le 14.30. Se si fosse mossa dopo aver ricevuto il messaggio da Sabrina della 14.25 e 11 secondi Sarah sarebbe dovuta arrivare a casa Misseri dopo l’amica Mariangela Spagnoletti e Michele Misseri l’avrebbe uccisa in solo quattro minuti, tra le 14.39, ora in cui la stessa Sabrina dice di vederlo sulla rampa del garage e le 14.42, quando il cellulare di Sarah squilla per l’ultima volta sollecitato proprio da una telefonata di Sabrina”. Ieri Buccoliero si è soffermato sul presunto movente del delitto, individuato dall’accusa nella gelosia della cugina Sabrina Misseri per i rapporti tra la 15enne e l’amico in comune Ivano Russo, di cui entrambe erano innamorate.
Presto le richieste di condanna per gli imputati – “Questo è il processo per il massacro di una bambina di 15 anni, non è il processo delle lacrime di Sabrina e Michele o il silenzio di Cosima, ma della morte di Sarah”, le parole dure usate dall’accusa. Secondo il pm gli imputati hanno detto una serie di falsità, a cominciare dallo zio Michele che si accusa da tempo del delitto “ma non ha neppure visto uccidere Sarah”. Lui, ha detto il pm, riferendo che era stata la figlia Sabrina per poi tornare ad accusarsi del delitto ha rotto “un patto di famiglia scellerato”. La requisitoria di Buccoliero potrebbe continuare per poi concludersi lunedì quando è prevista quella del procuratore aggiunto Pietro Argentino. Al termine dei due interventi verranno formulate le richieste di condanna in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere.