San Gennaro contro Giulio Tremonti: la Curia rifiuta l’accorpamento della festività
Niente miracoli a comando, lo stop arriva dalla Curia di Napoli contro l’ipotesi che la festività di San Gennaro – e l’annesso miracolo dello scioglimento del sangue sacro – possa essere accorpata agli altri giorni festivi, non rientrando nel novero di feste religiose che secondo gli accordi Stato – Vaticano non possono essere modificate. Il patrono di Napoli non può fare il “miracolo comandato” in giorni diversi da quelli previsti dalla liturgia religiosa. L’ipotesi di razionalizzare le festività accorpandole alle domeniche è stata approvata venerdì scorso in Consiglio dei ministri su proposta di Giulio Tremonti per fronteggiare la crisi finanziaria internazionale.
Sarebbero ben tre date infrasettimanali da accorpare alle domeniche nel caso di San Gennaro, in quanto il sangue viene sciolto il 19 settembre, la prima domenica di maggio e il 16 dicembre – in onore dell’eruzione del Vesuvio del 1631 in cui soltanto l’intervento del patrono salvò Napoli dalla distruzione.
“Sappiamo che alla festa liturgica di San Gennaro si accompagna sempre e da secoli l'evento prodigioso e straordinario della liquefazione del suo sangue. Se dunque si tratta di un evento particolare non determinato da mano e da volontà dell'uomo, è evidente che non può essere spostato ad altra data, più o meno vicina a quella che è legata alla storia del santo e di Napoli” scrivono i prelati che rifiutano la manovra politica finanziaria di Ferragosto.
Il Cardinale Crescenzio Sepe si è detto contrario all’accorpamento delle date alle domeniche più vicine: “nessuna manovra politica e finanziaria, pur rispettabile, potrà mutare la storia e coartare in qualche modo la volontà del nostro santo patrono”.